16 Ottobre 2019 - 12:55

Porta A Porta, boom di ascolti per il duello Salvini-Renzi

Salvini Renzi

Tra linguaggio del corpo, slogan citatissimi e dialettica sfrenata, il duello Salvini-Renzi ha fatto il pieno. Porta A Porta trionfa con il 25,4% di share

Un duello che tanti attendevano da tantissimo tempo, e che naturalmente non ha assolutamente deluso le aspettative. La sfida tra i due “Mattei” della politica italiana, ovvero Salvini e Renzi, andato in scena a Porta A Porta ieri sera, ha accontentato tutti gli spettatori, regalando grandi sorrisi anche al primo canale. Infatti, il confronto ha regalato ascolti record al talk show in onda su Rai1. Dalle 22.49 alle 00.30 ben 3.808.000 telespettatori hanno seguito il confronto tra il leader leghista e l’ex premier con uno share del 25,41%.

In valori assoluti si tratta di numeri che sempre più spesso si ottengono in prima serata e non a tarda sera. Dal punto di vista dello share, la trasmissione ha registrato più del doppio della sua media stagionale. Risultato favorito anche dal traino ereditato dalla partita Liechtenstein-Italia finita per 5 a 0 in favore degli azzurri. La gara, nonostante il risultato netto e la qualificazione a Euro 2020 già in tasca, ha incollato allo schermo 5.969.000 con il 23,39%.

Soffrono la concorrenza e segnano una flessione, sia in valori assoluti che in share, CartaBianca (1.021.000, 4,8%) e DiMartedì (1.225.000, 5,69%). Colpisce che nel dibattito non si parli minimamente di Bibbiano. Il duello è all’italiana: domanda, risposta, replica della controparte. Più che arbitro Vespa sembra un notaio, influisce poco e tiene il conto del minutaggio per non svantaggiare nessuno.

Tra tormentoni vari, il penalizzato tra i due sembra Matteo Salvini. Il clima istituzionale e l’impossibilità di replicare colpo su colpo danneggiano il leghista, abituato ad uno stile irriverente e satirico. D’altro canto, invece, Renzi dimostra di essere sempre in forma, e di essere abituato ad una comunicazione veloce, impressiva, adatta per colpire il pubblico. E, a conti fatti, il dibattito lo vince proprio per questo motivo, dimostrando i limiti dell’ex ministro.