28 Gennaio 2016 - 15:35

Presidente Cassazione: “Reato di clandestinità inutile, lotta al terrorismo nel rispetto della legge”

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Alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario il presidente della Cassazione Giovanni Canzio va all’attacco: “Il reato di immigrazione clandestina è inutile, risultati si avrebbero con sanzioni amministrative”. Toccati anche i temi del terrorismo e della prescrizione

[ads1] “Vorrei davvero che la cerimonia per l’ apertura dell’anno giudiziario non fosse considerata un semplice rito, solenne nella forma, e quindi inutile nella sostanza, bensì riuscisse a segnare uno spazio di riflessione e dialogo e a trasmettere alla comunità nazionale un messaggio di speranza fiducia e impegno per una più feconda stagione della giustizia”. È con questo auspicio che il presidente della Cassazione Giovanni Canzio ha aperto il suo discorso per la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2016 alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Canzio è poi entrato nel vivo della relazione, toccando due temi quanto mai attuali: il reato di immigrazione clandestina e la prescrizione. Sul primo punto “la risposta sul terreno del procedimento penale si è rivelata inutile, inefficace e per alcuni profili addirittura dannosa. Mentre la sostituzione del reato con un illecito e con sanzioni di tipo amministrativo, fino al più rigoroso provvedimento di espulsione, darebbero risultati concreti”.

cassazioneQuanto all’istituto della prescrizione Canzio ha notato come “continua irragionevolmente a proiettare la sua efficacia nel corso del processo dopo l’avvenuto esercizio dell’azione penale o addirittura dopo che è stata pronunciata la sentenza di primo grado, mentre sarebbe logico, almeno in questo caso, che il Legislatore ne prevedesse il depotenziamento”.

Il Presidente della Cassazione ha poi toccato anche il tema del terrorismo, precisando che “la lotta contro ogni forma di criminalità organizzata e terroristica, anche quella internazionale di matrice jihadista, va condotta nel rispetto delle regole stabilite dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato”. “Diversamente tradiremmo la memoria” dei magistrati “caduti in difesa dei più alti valori democratici” come Emilio Alessandrini, “e non faremmo onore al giuramento di fedeltà che abbiamo prestato”.

Infine Canzio ha dichiarato come se “il progetto riformatore attuato dal governo sta dando risultati incoraggianti nell’ambito degli uffici di merito”  altrettanto non può dirsi per la Cassazione, che versa “in uno stato di profonda e visibile crisi di identità e funzionamento“. Canzio ha sottolineato come la qualità della giurisdizione di legittimità rischia di scadere” e che continuando così la Cassazione rischia di scivolare “nel modesto ruolo di Corte di revisione o terza istanza”.

Canzio conclude rivolendosi direttamente a Parlamento e Governo chiamati “ad apprestare tutte le misure necessarie ” per far funzionare meglio la giurisdizione, mentre ai giudici ricorda che “hanno il dovere di avviare un percorso virtuoso di autoriforma mediante l’adozione, anche sperimentale, di misure organizzative interne, radicali e inedite. 

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