21 Aprile 2016 - 14:11

Referendum sul Ddl Boschi. La minoranza PD non firma

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Referendum sul Ddl Boschi, la minoranza PD non firma la richiesta che oggi è stata depositata in Cassazione

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Referendum sul Ddl Boschi, la minoranza PD non ha firmato per la richiesta di referendum depositata in Cassazione. Alcuni esponenti “eccellenti” del Pd, come Pier Luigi Bersani, Roberto Speranza e Gianni Cuperlo, non hanno fatto fronte comune con il proprio partito e non hanno firmato per la richiesta di referendum. Dopo la definitiva approvazione del Ddl Boschi, arrivata qualche giorno fa, immediatamente il capo del Governo Matteo Renzi aveva annunciato il referendum, che confermerà definitivamente la riforma del Senato, attraverso la consultazione referendaria.

Dopo l'approvazione del DDL BOSCHI, depositate le firme per il referendum

Dopo l’approvazione del DDL BOSCHI, depositate le firme per il referendum

La risposta dell’opposizione non si è fatta attendere. Sono state depositate, infatti, anche le firme dei senatori dell’opposizione. Depositari e promotori sono stati il senatore Antonio D’Alì (FI), i senatori delegati Vito Crimi (M5S), Loredana De Petris (Sel), Gian Marco Centinaio (Lega) e la senatrice Cinzia Bonfrisco (Cor) che hanno raccolto e consegnato presso la cancelleria della Corte di Cassazione le 103 firme dei senatori che non condividono la riforma costituzionale (per legge ne sono richieste 65) raccolte ieri pomeriggio a palazzo Madama.

Renzi intanto va avanti, affermando che con il referendum gli italiani non andranno a votarel’operato del Governo, ma la riforma stessa”.

Il malcontento è palpabile, andando a ridurre drasticamente il numero dei senatori si va a tagliare una fonte di reddito per coloro che ne fanno parte, annullando clientelismi e privilegi, riducendo il potere delle regioni e delle province, incluse anch’esse nella riforma, oltre che dei singoli.

Un cambiamento necessario e traumatico unicamente per la classe dirigente, troppo spesso al centro di scandali e oggetto di scherno da parte della popolazione che ormai non vi ripone più la sua fiducia, come il fallimento dell’ultima consultazione referendaria ha purtroppo dimostrato.

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