11 Novembre 2016 - 12:49

Referendum costituzionale, Laura Puppato e la tessera negata

referendum puppato

Laura Puppato, senatrice del Pd e ferma sostenitrice del sì alla riforma costituzionale, protagonista di una querelle con l’Anpi.

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Umberto Lorenzoni, presidente trevigiano dell’Anpi, associazione dei partigiani, sta portando avanti un’aspra battaglia contro la riforma costituzionale, che non risparmia nessuno. Il caso più eclatante riguarda la senatrice del Pd, Laura Puppato, sostenitrice del sì alla riforma, la quale aveva richiesto la tessera, nella sua sezione di Montebelluna, e non le era  stata concessa proprio a causa della sua posizione nei confronti del Referendum del 4 dicembre. Così, la Puppato ha pensato di chiederla a una sezione staccata, quella di Crespano del Grappa, diretta da Lorenzo Capovilla, il quale gliel’ha concessa, provocando la decisione di Lorenzoni di metterla fuori dall’Anpi.

A motivare la decisione, è stato il presidente provinciale dei partigiani, che ha dichiarato: “Il suo è stato un gesto poco corretto, perché chiedere la tessera in una sezione periferica dopo che la tua sezione te l’ha rifiutata?”. schede_referendum-1300x680Inoltre, il presidente stesso ha citato tutti gli organismi direttivi dell’Anpi che hanno votato quasi all’unanimità la contrarietà a questa riforma. «L’Anpi si è schierato per il “no” perché ha il dovere di difendere la nostra costituzione. Ognuno ovviamente vota come vuole nel segreto dell’urna, ma non accettiamo soci che fanno propaganda attiva contro la nostra associazione e i suoi principi. Per questo quando mi arriverà il tesserino di Puppato glielo rispedirò indietro coi soldi che ha versato. Noi non siamo il Pd dove ognuno fa quello che vuole, le decisioni dell’Anpi si rispettano».

La risposta di Laura Puppato

La Puppato, dopo la decisione di Lorenzoni, ha, invece, dichiarato: “Difendo questa riforma costituzionale, alla quale ho lavorato a lungo. Penso che essere partigiani oggi sia dare a tutti la libertà di manifestare il proprio pensiero. Queste sono scelte scellerate, quasi leniniste: a sentirle, qualche partigiano si rivolterebbe nella tomba. Io posso vivere anche senza la tessera dell’Anpi, ma sarebbe un disastro: dovrebbero espellere almeno metà dei soci. E se mi arrivasse la conferma che la mia tessera è stata stracciata, valuterò il ricorso. Ringrazio le centinaia di persone che mi stanno inviando messaggi di solidarietà, su Facebook, Twitter e privatamente per l’espulsione ventilata dall’Anpi. Mi hanno particolarmente colpita i messaggi dei tanti iscritti che mi hanno offerto di tesserarmi nelle loro sezioni, anche se l’hanno dovuto fare privatamente. Il clima che si respira oggi in Anpi è molto triste».

Marcia indietro dell’Anpi

La querelle, però, è continuata, quando l’Anpi ha fatto marcia indietro. Sempre Lorenzoni ha, infatti, dichiarato: “Nessuno espelle nessuno, i nostri iscritti sono liberi di votare sì ma non facciano la campagna elettorale contro il no. Voglio ricordare  che il comitato nazionale dell’Anpi, data la delicatezza della materia, aveva sottoposto al congresso un proprio documento per il `no´ alla riforma costituzionale e che su 347 delegati tutti hanno votato a favore, a parte tre astenuti. Questo  non vuol dire che i nostri iscritti non possano votare in modo diverso, ma almeno abbiano il buon gusto di non svolgere una campagna elettorale contraria e di non cercare a tutti i costi di ottenere una tessera dell’Anpi per poterla esibire negli incontri con gli elettori”. Ha concluso: “Ma sia chiaro che noi non espelliamo nessuno  e che non siamo certo una corrente del Pd”.

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