18 Febbraio 2016 - 14:40

Referendum trivelle, si vota il 17 aprile

Referendum trivelle

Dopo il via libera della Consulta sull’ammissibilità del Referendum sulle trivelle in mare, il Consiglio dei Ministri ha indicato la data del 17 aprile. Ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto ministeriale, dando ufficialmente l’ok per il Referendum. Sfuma l’election day: non accorpare il quesito referendario alla data delle elezioni amministrative di maggio comporterà l’aumento della spesa di circa 400 milioni

[ads1] Il Referendum del prossimo 17 Aprile 2016 verterà sul “divieto di cercare ed estrarre gas e petrolio entro 12 miglia dalla costa e l’obbligo per il ministero dello Sviluppo economico di chiudere definitivamente i procedimenti in corso, finalizzati al rilascio dei permessi e delle concessioni”, ma la discussione politica ancora tarda a disquisire sull’oggetto della consultazione referendaria.

Infatti le pagine dei giornali sono occupati in questi giorni dalle dichiarazioni dei soggetti politici indignati e non per la scelta di non accorpare la data del Referendum a quelle delle prossime elezioni amministrative: Andrea Boraschi, di Greenpace Italia, ha parlato di “truffa antidemocratica, pagata con i soldi degli italiani. E’ chiaro che Renzi ha vuole scongiurare il raggiungimento del quorum referendario spezzettando le date del Referendum e delle elezioni amministrative“.

Il Colle si giustifica dichiarando che per l’accorpamento di Referendum e amministrative sarebbe servito un apposita legge; infatti il nostro ordinamento giuridico prevede l’accorpamento solo per elezioni politiche nazionali e consultazioni referendarie. Ma di certo, alla base di questa scelta, più che il concetto di “dura lex sed lex” c’è una precisione volontà politica da parte del Governo Renzi: fare in modo che il Referendum non vada in porto, continuando la selvaggia ricerca del petrolio deturpando il paesaggio naturalistico del nostro paese.

Il referendum è stato promosso da 9 Regioni: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise. L’Abruzzo, invece, ha fatto dietrofront; ma soprattutto pesano le parole di Michele Emiliano (PD) che si è detto “addolorato per la scelta di due date differenti per amministrative e consultazione referendaria

Accantonate le questioni di calendario e descritta la tutela del paesaggio naturalistico che la vittoria del “” il 17 Aprile può riportare in auge,  occorre analizzare la portata politica che può avere questo Referendum. Infatti, i provvedimenti sottoposti alla consultazione, sono i perni dello Sblocca Italia, “colonna portante” del programma di Governo targato Matteo Renzi,

Se a tale fattore si unisce il lancio della raccolta firme per indire un Referendum contro la Buona Scuola e il prossimo Referendum Costituzionale di ottobre ci si rende conto che quanto mai ora, una spallata popolare, porterebbe al termine il cammino del Governo Renzi.

[ads2]