20 Febbraio 2019 - 18:22

Le quattro cose che Remi può insegnarci ancora oggi

Remi

Tornato di recente alla ribalta grazie al film di Antoine Blossier, il romanzo di Hector Malot “Sans Familie” ed il suo protagonista Remi, sono ancora gravidi di insegnamenti

Per parlare della sua storia, il Remi portato al cinema da Antoine Blossier parte dalla fine: così vediamo il “Senza Famiglia” del romanzo di Hector Malot ormai vecchio, ma sposato e attorniato da tanti bambini che non sono propriamente suoi figli, ma un pò è come se lo fossero: a loro, il nostro ha dato da subito ciò che lui si è dovuto conquistare con fatica; il senso di appartenenza, le radici.

Romanzo di formazione

Lo sappiamo tutti, anche quelli che hanno divorato il meglio noto cartoon del 1977, che non è stato facile: l’abbandono da parte di quelli che credeva essere i suoi veri genitori, la formazione fatta di strada e stenti accanto a Vitalis ed alla sua allegra carovana dimezzata, rispetto al testo fonte, e in cui compaiono solo il cane Capì e la scimmietta Joli-Coeur; l’incontro con una donna dell’aristocrazia inglese e sua figlia Lise, e l’agnizione finale in cui Remi finalmente può ricostruire quel che resta del suo nido originario.

Romanzo pedagogico

Il film di Blossier riduce all’essenziale le dinamiche che gravitano attorno al protagonista, ma le istanze che ne hanno fatto un classico, mi si passi il termine, pedagogico, continuano a vibrare tutti.

Cosa può insegnare, dunque Remi ai bambini del 2018 (e forse anche ai loro genitori)?

Che la paura non può essere un deterrente per i nostri sogni. Che, a volte, è sano sbagliare e poi fare pace col proprio passato.

Remi ci riconcilia con il mondo e le sue creature (il suo rapporto con Capì) e Joli-Coeur ha del commovente) e ci mostra una strada segnata dall’amore. Oltre tutte le barriere.