Riforme di civiltà, affossati ufficialmente Ius soli e vitalizi
Riforme di civiltà affossate ancor prima di essere discusse. Come annunciato il mese scorso, cadono ufficialmente Ius soli e abolizione dei vitalizi parlamentari
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Erano state presentate come riforme di civiltà, necessarie al Paese e quanto prima da approvare.
E invece, come detto su queste pagine il mese scorso, tutto si è risolto con uno scontato nulla di fatto.
Con un colpo da maestro da parte della maggioranza parlamentare, sono ufficialmente state affossate le riforme su Ius soli e abolizione dei vitalizi dei parlamentari.
Le celebri riforme di civiltà, quindi, non hanno superato l’esame Senato – cosa alquanto scontata – ma per evitare l’imbarazzo si è cercato di raggirare l’ostacolo Palazzo Madama.
Infatti, con il consueto gioco delle tre carte – mancanza di maggioranza per il primo, come affermato dalla stessa maggioranza che appoggia il Governo Gentiloni (formata da Pd, Ap e AlA), e ritorno in commissione, dove il rischio è di protrarre la discussione ad libitum, per il secondo – due dei provvedimenti rinviati a settembre, dopo tanto di spot propagandistico, sono usciti dalla porta principale con la convinzione di non creare alcun tipo di caso.
In realtà, la caduta dei primi due provvedimenti urgenti – con loro presenti anche Biotestamento e legge elettorale, che arrivati a questo punto sembrano in bilico nonostante i soliti buoni propositi – chiude proprio quel progetto politico/elettorale ben studiato dal Pd, in particolar modo, in vista degli appuntamenti elettorali successivi.
Andando per gradi, si può dire che è possibile notare, tanto nella prima approvazione alla Camera quanto nella caduta con il passaggio al Senato, una duplice mossa che da un lato tenta di cavalcare un sentimento popolare fin troppo in voga, attraverso un andirivieni di posizioni, e dall’altro occupare buona parte della strategia in vista delle politiche 2018.
Per quanto riguarda il primo ambito, ciò che è stato portato avanti è una sorta di non decisione che accontentasse praticamente chiunque.
In sostanza, approvando nella camera in cui si aveva la certezza di portare avanti le due riforme di civiltà e bloccando le stesse dove non si presentavano le condizioni ideali, il Pd è riuscito sia ad accontentare coloro che intendevano portare a termine i due provvedimenti, facendo finta di averci provato, e contemporaneamente anche coloro che erano nettamente contrari, rendendo fin troppo nota la strategia messa in atto.
Tutto ciò, al netto delle conseguenza sul territorio, si è allargato fino alla sfera elettorale in quanto, attribuendo la colpa della mancata approvazione alle opposizioni – pur rappresentando la maggioranza che più di una volta, per provvedimenti a lei favorevoli, ha posto la fiducia e obbligato l’intero arco maggioritario ad approvare ciò che si intendeva fare – si pensa di defilarsi dalla situazione di imbarazzo attraverso l’ennesimo espediente.
Considerando che tutto ciò che da questo momento in poi verrà fatto rappresenta un’arma da utilizzare durante il periodo pre-elettorale, si può dire che, in attesa della caduta delle altre riforme di civiltà, si assiste all’ennesimo progetto inconcludente – mentendo sapendo di mentire – orientato solo ed esclusivamente ad un più ampio quadro propagandistico.
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