8 Ottobre 2021 - 12:11

Salvini e Draghi, un colloquio a porte chiuse: tra primati e speranze

salvini

Matteo Salvini e Mario Draghi si incontrano a Palazzo Chigi. “Il capo della Lega è lui” afferma il Presidente del Consiglio dei Ministri

Mario Draghi e Matteo Salvini si incontrano, da soli, a Palazzo Chigi. Il loro è un colloquio a porte chiuse di un’ora durante la quale si analizzano numerosissime tematiche di attualità e di economia. Si intavolano, infatti, dei discorsi concernenti l’economia, il fisco, la pratica sulle capienze, in primo luogo nelle discoteche, che il Cdm successivo registrerà.

Ma i due politici si confrontano, in linea generale, su tutto: la loro attenzione si focalizza, infatti, anche sui principali dossier di politiche estera, sui colloqui che il capo del governo ha avuto con i leader dell’Unione Europea, sull’urgente necessità di una politica di difesa comune, che per Ue è diventata vitale e necessaria.

Il dato politico sul quale bisogna porre il focus è proprio l’incontro che è avvenuto e la sua durata. Non si è trattato, infatti, di una singola riunione, ma di un appuntamento che darà il via ad una serie di colloqui e congressi regolari, con cadenza settimanale.

Una scelta molto saggia ed importante che verrà riservata anche agli altri leader ma che, nel frattempo, serve a Salvini per ristabilire, anche all’interno del suo partito, una chiara gerarchia di potere.

Salvini parla con Draghi senza intermediari, mettendo a tacere, sul nascere, qualsiasi possibile forma di ingerenza o interferenza tra lui ed il suo ruolo, un ruolo che, ormai, gli è stato cucito addosso come un vestito, come un riconoscimento indelebile che Draghi gli convalida più volte durante i suoi discorsi:

«Il capo della Lega è lui» ha rimarcato più volte il Presidente del Consiglio dei ministri. Il Leader della Lega cerca di difendere e proteggere questa veste a spada tratta, percorrendo magari strade e ricercando soluzioni che a tanti possono apparire sopra le righe ma che, alla fine, sono indispensabili per ristabilire gli equilibri interni e politici, vacillati in seguito alla pandemia e ai contrasti interni avuti con Giorgetti. Del resto, così come la storia è costellata dai cosiddetti “corsi e ricorsi storici” così anche la riunione fra Salvini e i suoi ministri nel cortile di Palazzo Chigi poco prima dell’appuntamento con Draghi è servita, in modo volutamente plateale, a mettere in atto una sorta di rito politico assolutamente necessario in questo preciso contesto storico e sociale.

Sul piano pratico, Salvini può essere fiero di aver innalzato la quota di capienza delle discoteche, un dato che fa gola al suo elettorato, soprattutto al Nord.

Siglando una sorta di appuntamento settimanale con il presidente del Consiglio, Matteo Salvini potrà sfoggiare un primato indispensabile e di fondamentale rilevanza, soprattutto in seguito al “caso Morisi” che lo ha colpito in prima persona ledendo anche inevitabilmente la sua immagine.

Draghi, a sua volta, riconosce una fiducia e una lealtà al governo, una fiducia che si pone in essere dal momento in cui, primariamente, vi è un unico e solo obiettivo che sta a cuore alle forze di maggioranza: un’uscita dalla crisi economica che restituisca al Paese, dopo decenni, una capacità di crescita finalmente degna delle medie europee.

Su questo preciso punto il pensiero di Salvini e Draghi si è congiunto in maniera del tutto simultanea, premettendo e garantendo che l’assicurazione e le tasse non verranno aumentate. Da parte della Lega sembra esserci un’intenzione chiaramente votata alla crescita e al miglioramento. Le intenzioni sono ottime e sembrano preannunciare un futuro migliore, un governo concretamente interessato ad incrementare e a potenziare l’economia del Paese e, di conseguenza, i dati concernenti la qualità della vita. Sarà davvero così?  Avremo modo di appurare, sicuramente, quali saranno gli effetti sortiti da un’ora di conversazione ma, nel frattempo, rimaniamo fiduciosi, ascoltando le parole di Draghi, che dichiara: «Tutti hanno da guadagnarci».