12 Febbraio 2020 - 19:44

Salvini, il caso Gregoretti e la propaganda a tre teste

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Salvini, il caso Gregoretti e la propaganda a tre teste. Quali conseguenze dopo la decisione del Senato?

Dopo giorni di tensione, dettati anche dalla decisione sul voto in Commisione al Senato, è arrivato finalmente l’epilogo. L’aula del Senato ha dato l’ok per mandare a processo Matteo Salvini sul caso della nave Gregoretti dello scorso luglio.

La questione che investe l’ex Ministro degli Interni, però, è molto più complicata di quanto appaia. E allo stesso tempo sembra fortemente ancorata alla consueta strategia salviniana che potrebbe giovare solo ed esclusivamente al diretto interessato. Per comprendere meglio l’accaduto e cosa accadrà è necessario effettuare un’approfondita analisi del discorso di Salvini a Palazzo Madama. Un discorso mirato per l’occasione e che facilmente si lega ad un modus operandi studiato per l’occasione.

QUESTIONE POLITICA

Ci sono ben due punti che il segretario della Lega mette in evidenza per far scivolare l’intera questione dal punto di vista politico. Il primo – ormai rodato nel nostro Paese – è quello del perseguitato politico che è costretto ad affrontare la magistratura chiamata in causa dai suoi avversari.

“Affronto un’aggressione politica. Facciamo decidere a un giudice. Io non chiederò mai che siano i giudici a giudicare Zingaretti, Conte e Di Maio”. Con queste frasi l’ex ministro tenta di cogliere un duplice obiettivo. Da un lato unire la questione politica e quella giudiziaria. Dall’altro far valere una data moralità (tutta sua) su ciò che avrebbe fatto se si fosse trovato a parti invertite.

A questo incipit ne sugue un secondo altrettanto forte politicamente. Rivolto al Governo – assente in aula perchè non invitato (come ricordato dalla Presidente Casellati) – il senatore tuona: “Penso che questa immagine dica tutto tra chi ha la coscienza sporca e chi no”.  L’attacco diretto, in realtà, è totalmente calcolato. Nella consapevolezza di quanto affermato dalla Casellati, Salvini cerca di puntare il dito direttamente sui leader avversari chiamando in causa il Governo. La mossa ha il chiaro scopo di ribadire quanto affermato poco prima e di innescare un confronto su questione totalmente differenti tra loro.

QUESTIONE PERSONALE

Nella parte centrale dell’intervento, Salvini si gioca la carta familiare. Pur non essendo mai stata tirata in ballo e pur non rientrando direttamente nella questione, il senatore introduce il tema figli. Anche in questo caso la strategia è molto semplice. L’obiettivo del segretario non è il Senato o la magistratura ma ben altri tribunali.

Infatti, cercando di generare empatia, il senatore porta alla luce un tema che potrebbe garantirgli simpatia all’esterno dell’aula. Il tema figli, in sostanza, non è tanto funzionale alla problematica o alla discussione ma alla spendibilità del messaggio stesso in altre sedi.

QUESTIONE SOCIAL

Direttamente legato al punto precedente è l’ultimo elemento: i social. Da questa mattina il profilo twitter di Salvini è praticamente impazzito. Messaggi a dismisura – che stanno continuando anche ora – per creare una giuria altra che si schieri a suo favore. Anche in questo caso l’obiettivo è duplice.

Se da un lato si tenta di creare nuovo consenso attraverso questi canali, dall’altro si inizia ad imbastire una probabile vittoria. Il procuratore di Catania Zuccaro già in precedenza aveva chiesto l’archiviazione per il caso Gregoretti. Consapevole di questa decisione, Salvini sta cerando quanto più possibile di creare prove a suo favore da mostrare in caso di reiterata decisione. In pratica, in caso di archivazione, il senatore avrà la possibilità di dire che aveva ragione e di mostrare i muscolii avendo respinto l’offensiva politica avversaria.