18 Febbraio 2015 - 15:00

Samsung smart TV: privacy sotto attacco?

Troppo intelligenti questi nuovi televisori o troppo ingenui gli utenti? Le Samsung smart TV accendono il dibattito, riconoscimento vocale sotto accusa

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In occasione del Consumer Electronic Show, tenutosi a Las Vegas a inizio gennaio, il colosso sudcoreano Samsung aveva annunciato l’esordio delle proprie smart TV, i televisori di nuova generazione in grado d’interfacciarsi con il web e con altri dispositivi a essa connessi. Particolarità dei nuovi sistemi televisivi di Samsung è il sistema operativo proprietario Tizen, un colpo di scena che segna un punto di rottura nel trend che vede l’integrazione di Android in quasi tutti i dispositivi.

Samsung smart TVA distanza di un mese e mezzo, la prima grossa grana per la multinazionale asiatica.

Sembra infatti che le nuove Samsung smart TV dotate di microfono per i comandi vocali fruiscano di una registrazione continua dell’audio ambientale, in modo tale da consentire, eventualmente, anche l’accensione del dispositivo. Tali registrazioni, secondo le note sulla privacy predisposte da Samsung, sono utilizzate dalla stessa Samsung e da terze parti per poter migliorare i servizi correlati alla voice interaction. Ciò significa che anche “Informazioni personali o sensibili possono essere acquisite e trasmesse al fornitore esterno”.

Una vera e propria violazione della privacy? No, o meglio, non secondo Samsung che fa notare come “Queste funzioni (di riconoscimento vocale, ndr) sono abilitate solo se l’utente accetta i termini sulla privacy e quelli d’uso, contenuti separatamente e mostrati durante l’impostazione delle Samsung smart TV. Le funzioni possono essere abilitate o disabilitate anche in un secondo momento” e che, ovviamente, “I dati relativi al parlato non vengono raccolti o trasmessi, se si utilizzano questi comandi di base”. In poche parole, Samsung asserisce che il proprio riconoscimento vocale non è diverso da simili funzioni d’interazione utilizzate su altri dispositivi di nuova generazione (gli smartphone, ad esempio), e che l’attivazione della funzione è sempre sottoposta a un’accettazione della policy da parte dell’utente.

Il problema è proprio qui, nella pigrizia e nella disattenzione dell’utente medio all’atto dell’installazione della Samsung smart TV, allorquando vengono proposte le note e le opzioni relative alla privacy.

Siamo sinceri: chi di noi si cura di leggere i termini del contratto di un qualsiasi prodotto digitale prima di iniziare a utilizzarlo? Quasi nessuno, spesso clicchiamo su “accetta” senza curarci di quelle lunghe clausole scritte in un complesso «legalese». Eppure questi contratti contengono spesso informazioni essenziali alla nostra tutela nell’era della tecnocrazia.

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