Scenario 4: cosa potrebbe accadere alle regioni interessate
La curva dei contagi continua a salire e l’idea di far scattare lo scenario 4 in alcune regioni si fa sempre più forte. Ecco cosa prevede
I contagi continuano a salire in maniera incontrollata e la possibilità di tracciare i contagi è ormai sfumata. Mentre i nostri vicini francesi si preparano al nuovo lockdown, l’Italia aspetta con il fiato sospeso che le nuove misure del DPCM frenino la curva dei contagi. Ma dai dati che pervengono ogni giorno, sembra sempre più plausibile l’attivazione dello scenario 4 per le Regioni.
Scenario 4
L’Rt, l’indice che misura la diffusione del virus ha superato la soglia di 1,5. Significa che in una settimana il numero dei contagi può duplicare. Avvicinarsi a 2, come avviene già in alcune regioni tra cui la Lombardia, vuol dire che l’epidemia è fuori controllo. Perciò lo scenario 4 sembra essere l’unica soluzione.
Lo scenario 4 prevede l’impossibilità di tracciare tutti i casi, un sovraccarico del sistema sanitario e una grande difficoltà a proteggere i soggetti fragili. Per dirla con le parole dell’Iss: “Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1,5 (ovvero con stime IC95% di Rt maggiore di 1,5).”
Con la conseguenza che la crescita del numero di casi potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 1-1,5 mesi, “a meno che l’epidemia non si diffonda prevalentemente tra le classi di età più giovani, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili (es. gli anziani). A questo proposito, si rimarca che appare piuttosto improbabile riuscire a proteggere le categorie più fragili in presenza di un’epidemia caratterizzata da questi valori di trasmissibilità.”
Le regioni
In uno scenario del genere è “presumibile che molte Regioni e Province autonome siano classificate a rischio alto e, vista la velocità di diffusione e l’interconnessione tra le varie Regioni e Province autonome, è improbabile che vi siano situazioni di rischio inferiore al moderato”. Quindi l’avviso: “Se la situazione di rischio alto dovesse persistere per un periodo di più di tre settimane, si rendono molto probabilmente necessarie misure di contenimento molto aggressive”. La traduzione pratica, sotto il profilo degli interventi da attuare nei confronti della vita sociale e della scuola, sono elencati in maniera puntuale. E non differiscono di molto dal lockdown conosciuto a Marzo, compresa la valutazione della necessità di “limitazione della mobilità individuale”.
Ogni regione potrebbe attuare delle ordinanze per il proprio territorio già a partire da questo fine settimana.
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