Sfiducia Bonafede, Giarrusso sbotta in aula al Senato
Nella discussione sulla sfiducia a Bonafede, Mario Giarrusso è intervenuto in maniera dura. Ma ha sbottato quando gli è scaduto il tempo
In maniera inattesa, al Senato, vi è anche spazio per interventi non proprio eleganti. Anzi, parole che il buon gusto non sanno nemmeno dove sia di casa. Questo è stato il caso, esilarante ed eclatante, dell’ex senatore del Movimento 5 Stelle, Dino Giarrusso. L’ex Iena, oggi passato al Gruppo Misto, si è espresso in merito alle due mozioni di sfiducia presentate al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Quando, però, gli è scaduto il tempo per l’intervento e gli è stata tolta la parola, il senatore ha sbottato.
“Appena arrivato al ministero della Giustizia, ha fatto quello che in politica si chiama “un tradimento”. Il tradimento di 11 milioni di cittadini che ci avevano mandato in Parlamento per cambiare le cose, per dare un segnale forte, per combattere la Mafia. E quel segnale era impersonato da un simbolo, da una persona: Di Matteo. Lui era stato sbandierato in campagna elettorale come destinatario di importanti incarichi. Lei, signor ministro, è una brava persona, devo riconoscerlo. Noi abbiamo avuto quest’anno, poche settimane fa…” ha dichiarato Dino Giarrusso, e proprio in questo punto gli è stato tolto l’audio.
Da qui in poi, l’ex Iena è diventato furioso: “Nemmeno ero arrivato a cinque minuti, e voi mi levate la parola. Ho qua il cronometro. Ma v****ulo.”
E si è lasciato andare in parole poco consone per un senatore della Repubblica, venendo prontamente ripreso dalla presidente Casellati. Insomma, uno show “indimenticabile“, per un motivo o l’altro.
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