Silvio Berlusconi: la nuova farsa e la Corte di Strasburgo
La Corte di Strasburgo ha archiviato il caso Silvio Berlusconi senza una sentenza. Accolta richiesta dell’ex premier di non emettere un giudizio
Non si saprà mai. La Corte Europea dei Diritti Umani ha deciso di “cancellare dal ruolo” il ricorso di Silvio Berlusconi contro la sua incandidabilità per la legge Severino. In questo modo, non si saprà mai se l’ex premier sarà stato vittima o carnefice, dopo la tempesta che lo ha accolto lo scorso 4 Marzo.
Strasburgo ha ritenuto che “non vi sia alcuna circostanza speciale riguardante il rispetto dei diritti dell’uomo.”
La Grande Camera della Corte ha deciso in via definitiva di accettare la richiesta del Cavaliere, inviata lo scorso 27 Luglio, di non emettere una sentenza sul suo ricorso.
Nella lettera inviata dallo stesso Silvio Berlusconi, l’ex premier aveva chiesto espressamente che data la sua riabilitazione, decisa dal tribunale di Milano, una sentenza della Corte di Strasburgo sul suo ricorso non avrebbe avuto alcun risultato utile. Il divieto a presentarsi come candidato era terminato e non poteva esserci alcun modo per rimediare alla decadenza.
Il caso è stato radiato dalle liste della Corte di Strasburgo.
Attenti, però. Quella che potrebbe sembrare una sorta di vittoria per il Cavaliere potrebbe trasformarsi in un’incredibile sconfitta non pronosticata. Ma non si parla del profilo umano della persona, ma di quello politico.
La riabilitazione
Agli occhi di tutti quanti, la sentenza e la volontà di non procedere nel caso da parte della Corte è sembrata davvero inopportuna. Berlusconi è scampato più e più volte alla giustizia (questa volta compresa) e sembra davvero l’inafferrabile, colui che è stato più volte sul punto di crollare ma che poi si è ripreso. Questo, almeno, in campo giudiziario.
Perché la politica racconta tutt’altro. Forza Italia è un partito pressoché inesistente ai fini dello schema italiano, la coalizione di centrodestra (a cui tanto aspira Silvio) ormai non esiste più. Ma, anche se esistesse, non sarebbe certo il magnate di Arcore a comandare. La leadership, nel frattempo, è passata ad un altro uomo, che ha rubato i segreti del mestiere dal suo “mentore” ed è riuscito a scalzarlo dal trono. Stiamo parlando di Matteo Salvini.
Ad oggi, Silvio Berlusconi è rimasto nella più completa solitudine, non si può più fidare nemmeno dei suoi stessi colleghi di Forza Italia. Questi ultimi, infatti, stanno abbandonando piano piano la barca, convinti sempre di più che sia la Lega la nuova frontiera dove poter sbarcare il lunario.
Dunque, dal punto di vista prettamente politico, il magnate sta continuando a colare a picco sempre di più. E non bastano le solite storie sulla magistratura (Salvini gli ha rubato anche quelle, figurarsi), le solite definizioni gigantografiche, il cambio del “nemico” interno (passato dai “comunisti” ai 5 Stelle). Ad ottant’anni suonati, la riabilitazione di Silvio Berlusconi non sembra più possibile.
Son cambiate le logiche di mercato della politica. La gente non è più presa dalla politica presentata come intrattenimento. La gente vuole dei leader sicuri, fermi, dalle quali labbra pendere, che incarnino alla perfezione il prototipo dell’italiano “virile”, coraggioso, prode paladino.
E, non ce ne vogliate, ma il “povero” perseguitato dalla giustizia non sembra essere l’ideale.
Aggiungiamo anche il fatto che, presi dal giustizialismo dettato dal duopolio di Governo Lega-M5S, agli occhi del pubblico Silvio appare come un vero e proprio “nemico del popolo”. Non è più tempo di fare marchette in pubblico, gli italiani si sono svegliati, il vecchio non attrae più.
La logica televisiva della politica degli anni ’90 è quasi scomparsa, c’è stato un ritorno alla propaganda vecchia (quella stile anni ’30/’40, per farla breve) mescolata a mezzi e strumenti nuovi (ovvero i social).
Assolto dalla Corte di Strasburgo, ma condannato dal popolo, che è stato il suo migliore amico fino a poco tempo fa. Per Silvio Berlusconi non è più tempo.
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