14 Marzo 2022 - 11:15

Simona Severini: “La mia musica libera da etichette” – intervista –

Non faccio niente è il nuovo singolo di Simona Severini. Racconto di una poliedrica cantautrice. L'intervista

Simona Severini

Simona Severini torna con un nuovo singolo, Non faccio niente, disponibile per Virgin Records/Universal Music a partire dallo scorso 21 gennaio. Noi di Zon.it abbiamo incontrato la cantautrice e musicista milanese.

Intervista a Simona Severini

Ciao Simona. Hai intrapreso collaborazioni importanti con musicisti del calibro di Pacifico e Pieranunzi. Esperienze che hanno influenzato il tuo modo di fare musica?

Ciao! Quelle che hai nominato sono esperienze che mi hanno influenzata moltissimo. Pacifico è stata la prima persona che ha creduto nelle mie canzoni incoraggiandomi a cantarle e farle ascoltare. Quello era un periodo in cui pur scrivendo, mi percepivo più come cantante.  Con Enrico Pieranunzi c’è un rapporto musicale da molti anni, gli devo tanto della musicista che sono.

Sei davvero ecclettica! Nella tua produzione c’è il jazz, il pop e non sei indifferente ad un rock morbido. Sei a tuo agio anche sulla scena urban. Dove collochi la tua identità musicale?

Domanda molto difficile! Mi sento cantautrice, in un senso molto vicino all’idea di cantastorie. Nella scrittura il mio focus sono soprattutto i testi, ma amo anche rielaborare musica di altri. Il jazz contemporaneo è ibrido che si mescola con tutti gli stili, quindi anche con il pop, il rock morbido e perché no? Con la musica antica che è un’altra mia grande passione. Questo approccio libero da etichette è quello che più cerco di portare nella musica.

A proposito di generi musicali, complimenti per il tuo ultimo singolo Non faccio niente. Raccontaci la storia che c’è dietro a questo pezzo orecchiabile e ben scritto.

Grazie! È una canzone scritta in varie fasi, partendo da una base di Luca Mattioni che l’ha anche prodotta. Il testo ragiona su quanto mi piaccia pensare. Esalto i sogni e do tantissima importanza ai pensieri random durante la giornata. C’è ovviamente un po’ di ironia in tutto questo perché purtroppo invece di essere nata Socrate ad Atene vivo nel periodo storico meno riflessivo che si possa immaginare.

Dal tuo primo Ep da solista “Ipotesi” che hai pubblicato nel 2020, cosa è cambiato? Sei la stessa Simona o la pandemia ha influenzato il tuo modo di essere o fare musica?

Sicuramente la pandemia mi ha cambiata, probabilmente in modi che ancora non capisco del tutto. Ho sempre scritto canzoni con argomenti molto personali che riguardavano il mio privato, come in Ipotesi. Adesso vorrei scrivere qualcosa che riguardi più quello che succede nel mondo. Il capitalismo digitale, il futuro ambientale, la guerra: prima erano solo temi sui cui essere informati, adesso sento che vorrebbero entrare nelle canzoni.

Che rapporto hai con il Live? Un mondo che ti affascina o sei più un’artista da home session?

Sono più che altro un’artista da live. Stare in studio è un lavoro molto intimo e di ricerca che può dare tanta soddisfazione, ma fare concerti è un bisogno, una necessità che mi dà equilibrio.

Non faccio niente farà parte di un progetto più ampio? Hai un album in cantiere?

Ho scritto una serie di canzoni in questo periodo legate tra loro, spero di poter pubblicare un EP oppure un album al più presto!