12 Febbraio 2015 - 17:50

Sola, Nina Zilli e il doppio volto della solitudine

Nina Zilli torna a Sanremo con Sola, portando sul palco dell’Ariston una delle più emozionanti esibizioni di questo Festival. Una ballata blues per cantare il coraggio della solitudine, il doppio volto di una condizione emotiva che ci rende forti nella nostra più grande fragilità

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Dopo l’esordio nel 2010 con il brano “L’uomo che amava le donne”, che la fece arrivare terza tra le Nuove Proposte e le fece vincere il Premio della Critica Mia Martini, e la sua presenza tra i Big nel 2011 con “Per Sempre”, quest’anno Nina Zilli si ripresenta sul palco dell’Ariston con Sola, estratto dall’album pop-soul intitolato Frasi & Fumo in uscita oggi.

Una ventata di novità ad aprire la seconda serata del Festival, look ed esibizione impeccabile, una Nina Zilli visibilmente emozionata – a tratti terrorizzata – trepidazione esplosa nella risata liberatoria con cui ha chiuso la sua superba performance. Il sorriso di chi ce l’ha fatta da ‘sola’. 

“Ho composto Sola di getto, al pianoforte, come se fosse uscita da una seduta psicologica, ma senza l’onere della parcella”, ha dichiarato Nina Zilli a proposito della genesi del testo e della musica del suo pezzo.

nina zilliUn titolo che parla da sé, una dedica a tutte le persone che hanno il coraggio di affrontare la propria solitudine, perché restare soli ci costringe a fare i conti con noi stessi, con il nostro trascorso, con le paure quotidiane che si affrontano dopo la fine di un amore.

Sola,
E gli altri ballano
Mi piace farmi male
E ricordare la felicità cos’è

La solitudine è una tortura a cui sottoponiamo la nostra anima in balia di mille pensieri, ma anche un’occasione per metabolizzare il passato, per lasciarsi il dolore alle spalle, per non cedere a quella malinconia che nei momenti più impensati torna a pesare sul cuore ferito dagli addii. Una tristezza difficile da spiegare, e da piegare.

Sola
Anche prima di dormire
Lo vedi fuori piove
E non, non migliora neanche quando ci sei tu

Non cerco di più
È meglio se tu
Ora vai capirai
Che non ci sei stato mai

Io vorrei dare a te
Quello spazio che ti serve ma non c’è

Incontri, scontri, false presenze, assenze stagnanti. La fine di una relazione ci porta inevitabilmente ad indagare dentro e fuori di noi, a sopperire alle mancanze, ad impegnarci a tener fede a quell’indifferenza che ci fa resistere ogni giorno senza cedere mai. In fondo siamo sempre più indifesi di quello che ci sforziamo di mostrare. Sembra un proverbio scontato, ma a volte “meglio soli che mal accompagnati”, come la stessa Nina Zilli ha commentato ironica in molte interviste.

E non importa se
Morirò di solitudine
Ora vai, capirai
Che non ci sei stato mai

Io vorrei dare a te
Quello spazio che ti serve ma non c’è
Mi odierai, piangerò,
Da stasera resterò

Sola

Quando il dolore ti attraversa l’anima capisci di essere sola, sola con i tuoi problemi, le tue delusioni, le tue paure, le tue fragilità. Non importa la mole del male da digerire, e il tempo necessario a dimenticare, quando certe cose esulano dalla nostra vita bisogna avere la forza di lasciarle fuori dal nostro ‘spazio’, lasciando il posto a una rinvigorita, seppur faticosa, fiducia in noi stessi.

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