22 Ottobre 2020 - 11:23

Solinas: “Stop alle attività se la situazione non migliora”. Le misure delle Regioni per reagire alla seconda ondata

Bollettino 11 dicembre 2020

Solinas: “Se la curva epidemiologica non migliora stop delle attività per 15 giorni”. Le risposte delle Regioni alla seconda ondata

Il rapido aumento dei contagi preoccupa i governatori delle regioni che stanno proponendo misure sempre più stringenti, come lo stop per 15 giorni ipotizzato da Solinas. In Sardegna il governatore ha infatti proposto in vista di un ulteriore peggioramento della situazione epidemiologica una chiusura delle principali attività per circa 15 giorni. Ancora non si conosce però il periodo di applicazione. Si tratta di una misura nuova nel quadro delle iniziative regionali intraprese negli ultimi giorni.

Le misure varate dalla Regioni

La situazione in Sardegna peggiora, ieri 167 nuovi positivi ma gli ospedali non hanno abbastanza posti letto per ospitare i pazienti Covid. Per questo motivo Solinas ha ipotizzato per la regione lo “stop & go”. Le regioni più colpite dal Covid-19 , Lombardia e Campania, invece non hanno previsto una chiusura generalizzata ma hanno optato per il coprifuoco. In Lombardia infatti il governatore ha istituito coprifuoco dalle 23 alle 5, in queste ore si fermeranno anche locali e altre attività. Prevista anche la chiusura dei centri commerciali, al fine di evitare assembramenti. Anche in Campania dalle 23 alle 5 previsto il copccovidrifuoco. Il Presidente De Luca infatti ha decretato “la sospensione di ogni attività dalle 23 alle 5 del mattino e degli spostamenti dalle 24, a partire dal prossimo fine settimana sull’intero territorio regionale”. 

Decisioni politiche o necessarie?

L’istituzione di queste misure ha generato panico e paura all’interno dell’opinione pubblica. Non sono poi mancate le polemiche. Alla luce dei dati relativi ai contagi e soprattutto quelli che riguardano i pazienti positivi ospedalizzati una stretta sembra inevitabile. Le terapie intensive si stanno riempiendo a vista d’occhio, il rischio quindi è quello che si profilava anche nei mesi di marzo e aprile: posti finiti per curare i pazienti gravi. In crisi anche i centri per la ricostruzione dei contatti, che non riescono più a contattare tutti i contatti dei positivi. Ad oggi dunque appare più che necessario limitare le attività superflue, appare infatti chiaro che ne va della salute dei cittadini.

Sicuramente un nuovo lockdown o nuove chiusure della attività produttive come quello ipotizzato da Solinas rischierebbe di compromettere ancora di più il tessuto economico italiano. Visto il peggiorare della situazione epidemiologica appare però inevitabile salvaguardare innanzitutto la salute dei cittadini.  Quello che molti però continuano a chiedersi è se, prima di questa seconda ondata, si sia fatto abbastanza. Sicuramente poteva essere fatto molto di più nel periodo delle riaperture per evitare di ritornare alla tragica situazione dei mesi primaverili.