Spread, tassi altalenanti durante le trattative del governo
Le trattative per il governo stanno avendo effetti sulla fiducia dei mercati verso l’economia italiana, come dimostrano i tassi altalenanti dello spread
Lo spread, ovvero il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, sta avendo tassi molto variabili a causa delle incertezze per la formazione del governo italiano. I mercati, infatti, appaiono indecisi e altalenanti sulla fiducia da attribuire all’economia del Bel Paese. La situazione è poi ulteriormente complicata dalla bozza di accordo di governo fatta girare da Lega e M5S, dove si parla di sforamento del tetto europeo di spesa e delle rinegoziazione di parte del debito pubblico.
Martedì, dopo la pubblicazione della bozza di accordo, lo spread era a 130; ecco che mercoledì ha aperto a 146 per poi arrivare fino a 158, il massimo raggiunto da gennaio. In serata, chiude a 151, un valore che non autorizza tranquillità.Anche sul fronte azionario, l’Italia è andata male negli ultimi giorni, con Piazza Affari che ha subito diversi crolli, risollevandosi parzialmente solo nella giornata di ieri.
A causa di ciò, il Tesoro ha deciso di alzare dalla 0,4% al 0,55% il rendimento garantito dei Btp, i titoli di stato italiani. La motivazione di questa scelta è il tentativo di rassicurare gli investitori e i detentori del debito pubblico italiano, che potrebbero essere impauriti dall’attuale stato di incertezza e pertanto spinti a vendere.
L’ultima volta che lo spread è stato così presente nel dibattito pubblico italiano risale al 2012, periodo in cui il continuo innalzarsi dello spread, e dei rischi comportati per la tenuta economica dell’Italia, portò alle dimissioni dell’allora premier Silvio Berlusconi.
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