15 Febbraio 2018 - 20:12

Stati Uniti: l’ipocrisia di Trump sulla vicenda delle armi

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Da Washington, il presidente USA Donald Trump predica sulla cultura dopo la strage in Florida. Ma dimentica di menzionare i tagli fondiari al sistema di controllo delle armi

L’America invasa da un’ondata di retoriche affermazioni. Tutte legate al proprio presidente, Donald Trump. Parlando alla nazione in diretta TV, Trump si è soffermato sulla strage avvenuta in Florida, all’interno di una scuola, a Parkland.

Bisogna lavorare insieme per cambiare la cultura americana per abbracciare la vita, costruire rapporti” ha dichiarato il presidente. Nel messaggio di circa sei minuti, Trump non ha minimamente menzionato il tema della vendita e del facile accesso da parte di chiunque alle armi. Ma soprattutto, non ha minimamente fatto riferimento al suo ultimo bilancio, che ha visto il taglio di milioni di dollari destinati al Gun Background Check System. Gli stessi programmi federali tesi a rafforzare i cosiddetti “background check” hanno subito un taglio delle risorse del 16%. Sono passati da 73 milioni di dollari a 61 milioni di dollari di budget.

Una grandissima mano di Trump nei confronti della diffusione delle armi illegali, e nei confronti della violenza. Dall’inizio dell’anno ad oggi, appena sette settimane, sono state già otto le sparatorie nelle scuole americane che hanno provocato feriti o morti. E bisogna ricordare che, nell’ottobre scorso, si è registrata la carneficina più sanguinosa della storia: quella di Las Vegas, con 58 morti ed oltre 800 feriti.

Pronta l’accusa da parte dei democratici. Chris Murphy, senatore del Connecticut, ha dichiarato: “L’epidemia di stragi di massa, questo flagello di sparatorie nelle scuole, una dopo l’altra succede solo da noi non per coincidenza, per sfortuna, ma come conseguenza della nostra inazione. Noi siamo responsabili del fatto che in questo Paese si ha questo livello di atrocità di massa che non ha nessun paragone in altre parti del mondo.

Ad affrontare ulteriormente la questione è stata poi una presunta studentessa, chiamata Sarah, che su Twitter ha rivolto un commento poco lusinghiero al presidente. Lo stesso commento è stato ritwittato da migliaia di utenti, sintomo di un diffuso malessere nella comunità americana.

Insomma, la questione della sicurezza americana non è ancora risolta. Ed è passato già un anno dalle elezioni. Che gli americani si siano pentiti del proprio voto?

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