22 Aprile 2021 - 12:25

Superlega, parla Florentino Perez: “progetto solo in stand-by”

Florentino Perez, Superlega

Il numero uno del Real Madrid a Cadena Ser “non ho mai visto tanta aggressività in vita mia, la Superlega esiste ancora”

Sono ore frenetiche per quanto riguarda il capitolo Superlega. Dopo il dietrofront dei club inglesi, e in serata anche di quelli italiani, è Florentino Perez a fare chiarezza sulla situazione. Il presidente del Real è stato ospite a Radio Cadena Ser nel programma sportivo El Larguero, il più seguito di notte in Spagna. Ai loro microfoni, Florentino parla così del progetto Superlega: “Quasi tutti i club fondatori sono ancora sulla barca, al momento direi tutti. La Juventus non se n’è andata, e così il Milan. Ho parlato tre volte con Agnelli“.

“Non ho mai visto tanta aggressività da parte di un presidente UEFA e della Liga in vita mia. Minacce e insulti, sembrava tutto orchestrato. Ci hanno voluto uccidere, come se avessimo tirato una bomba atomica. Sono triste e deluso – confida Perez – lavoriamo da tre anni alla Superlega per combattere contro la situazione economica che attraversiamo. Forse non siamo riusciti a spiegarlo al meglio”.

Alla domanda sull’esistenza o meno di un accordo vincolante tra i club fondatori, il numero uno dei blancos risponde così: “Ci sono dei contratti, ma non intraprenderemo azioni legali contro chi è uscito”. Sui sei club inglesi invece: “C’era un club inglese che non molto interessato alla Superlega e ha iniziato a influenzare gli altri, si tratta di un club che non è mai stato convinto del progetto. Non ci hanno dato la possibilità di spiegarglielo bene perché non vogliono”.

Dopo di ciò, Florentino Perez cerca di spiegare in modo chiaro il meccanismo studiato dai club fondatori: “Non vogliamo uccidere i campionati nazionali, la nostra non è certo una competizione chiusa. Può entrare chiunque. Il calcio oggi è asfissiato dalla crisi economica, non arriveremo al 2024 se non troviamo soldi. Il formato Champions è obsoleto e genera interesse solo dai quarti di finale.” Il presidente conclude dicendo: “Non temo rappresaglie dall’UEFA, abbiamo deciso di prenderci una pausa per cercare di spiegare il progetto Superlega al quale abbiamo lavorato per tre anni”.