Svezia: ospedali e terapie intensive al collasso
La seconda ondata dell’epidemia mette in ginocchio la Svezia. Ospedali al collasso: “Abbiamo bisogno di aiuto”
La Svezia, con poco più di dieci milioni di abitanti, sta affrontando la fase più dura dell’epidemia. A preoccupare sono i numeri delle terapie intensive. Come confermato dal direttore sanitario regionale, Bjorn Eriksson, durante una conferenza stampa riportata dal quotidiano svedese The Local, nella capitale il numero dei posti letto in terapia intensiva sarebbe ormai saturo.
Non solo pazienti Covid, che attualmente occupano 83 posti delle terapie intensive svedesi, ma un sovraccarico generale delle strutture sanitarie in Svezia, con il 99% dei posti occupati. Durante la prima ondata, la Svezia si era mossa in anticipo, prevedendo le conseguenze di una seconda ondata tutt’altro che semplice, approvando preventivamente 160 posti letti aggiuntivi, ora esauriti.
L’appello di Eriksson
Il direttore sanitario svedese, Bjorn Eriksson, si è appellato alla popolazione, chiedendo di ‘non assembrarsi nei negozi per lo shopping di Natale, nei locali per un bicchiere dopo il lavoro anche se è quello che vorrebbero fare. Le conseguenze sono orribili‘. Vista la carenza di personale qualificato e con gli ospedali ormai al collasso, l’appello più urgente è indirizzato alle altre regioni per l’invio di personale medico: ‘Abbiamo bisogno di aiuto’.
La Svezia è uno dei pochi paesi a non aver mai imposto il lockdown. Attualmente, le limitazioni regolano la vendita di alcolici, vietata dopo le 22 e per quanto riguarda le scuole, per le scuole superiori è stata approvata la didattica a distanza. Fondamentale, secondo il direttore sanitario Eriksson sarebbe dunque, evitare momenti di assembramento, sia nei luoghi pubblici che all’interno del nucleo familiare.
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