Takagi e Ketra ft Marco Mengoni: ecco il video di “Venere e Marte”
Due innamorati si muovono sullo sfondo di una New York anni ’80: ecco “Venere e Marte” di Takagi e Ketra, Marco Mengoni e Frah Quintale
È appena uscito il videoclip di “Venere e Marte”, il nuovo singolo degli hitmaker Takagi & Ketra con la collaborazione straordinaria di Marco Mengoni e Frah Quintale, rivelazione della scena Street Pop italiana.
Il video, è diretto dagli YouNuts! (Antonio Usbergo e Niccolò Celaia ndr), e vede protagonisti due innamorati, interpretati dall’attrice Serena De Ferrari e dal ballerino Alessio La Padula che in un passo a due, si muovono sullo sfondo di una New York fatto di insegne al neon e taxi gialli che richiamano ambientazioni anni ‘80. Nella coreografia, diretta da Mommo Sacchetta, gli amanti danzano immersi nell’atmosfera malinconica e romantica di una piovosa sera, come se fossero in uno dei migliori spettacoli di Broadway. Su una locandina affissa al muro resistente alle alle intemperie, troviamo i nomi di Takagi & Ketra, mentre si alternano le immagini di Marco Mengoni e Frah Quintale.
Il singolo apre ad un mondo più intimo ed emotivo rispetto all’immaginario estivo di Takagi & Ketra, che raccontano una storia d’amore indelebile, di quelle che ingannano gli anni e superano promesse e incertezze, dove grazie a uno sguardo verso il cielo “Venere si unisce a Marte“.
Significato
Durante i primi ascolti del brano “Venere e Marte”, la prima immagine che mi si è stampata nella mente è stata la visione dell’omonima opera di Botticelli. Il dipinto raffigura Marte, il dio della guerra, che giace inerme davanti a Venere, la dea dell’amore e della bellezza. L’opera rappresenta la vittoria dell’amore sulla violenza e, come direbbe Marco Mengoni, anche in questo caso “L’amore ha vinto, vince e vincerà“
“Venere e Marte” racconta proprio questo, il vero amore che supera le correnti gravitazionali, un amore indelebile che resiste al tempo, alle promesse e alle incertezze. “Certe storie diventano polvere, non ti resta nemmeno un ricordo. Altre invece nonostante il tempo ti restano addosso“.
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