31 Ottobre 2017 - 12:08

“Terapia di coppia per amanti”, la recensione del film di Federici

terapia di coppia per amanti

Basato sull’omonimo romanzo di Diego De Silva è al cinema “Terapia di coppia per amanti”, il nuovo film di Alessio Maria Federici con Ambra Angiolini e Pietro Sermonti

Ci sono tutti gli elementi della drammaturgia delle relazioni clandestine nel nuovo film di Alessio Maria Federici, “Terapia di coppia per amanti“. Ci sono i parcheggi di fortuna negli anfratti più nascosti delle nostre città, gli incontri in una camera d’albergo scanditi da una serie di scadenze che riportano bruscamente i nostri alla normalità. Ci sono le telefonate di lei alle quattro del mattino ed i tentativi disperati di lui di aggirare i sospetti della moglie.

Tra tutti questi elementi, la cosa meno importante, per assurdo, è sapere qualcosa di più sugli amanti. Non è funzionale alla storia sapere che lei si chiama Viviana (Ambra Angiolini), una madre apprensiva,  e che lui si chiama Modesto (Pietro Sermonti) ed è un musicista jazz in crisi di prospettive.

Ancor meno interessante è poi il fatto che i due amanti clandestini si rivolgano ad uno psicanalista (Sergio Rubini), metà Freud , metà Eric Clapton, per “provare a salvare la loro relazione” o meglio, perché lei “vuole di più”.

“Terapia di coppia per amanti” non va oltre degli spunti riconoscibili e tira per le lunghe una storia che potrebbe finire mezz’ora prima

Le aspettative di Viviana sono speculari a quelle del film che, ad un certo punto, vorrebbe alzare il tiro ma rimane impantanato in una trama che potrebbe risolversi nel più breve tempo possibile. Il di più che chiede l’amante non è altro che lui lasci la sua famiglia per lei.

Ci voleva tanto? C’era davvero bisogno di andare a riesumare un redivivo Alan Sorrenti, il cui pezzo più conosciuto, fa da colonna sonora agli ultimi (per fortuna) dubbi dei nostri amanti? Forse si, per non far pentire le casalinghe ’60-’70, che comunque hanno trovato nella fisicità di Sermonti un ottimo effetto placebo,  di aver acquistato il biglietto.

C’era bisogno, quando tutto si è ormai risolto per il meglio, di quel flashback finale che ci mostra come si sono conosciuti Viviana e Modesto?

Decisamente no. L’unica cosa di cui tutti abbiamo avuto bisogno sono i titoli di coda.

 

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