5 Aprile 2016 - 03:03

The Walking Dead 6×16 – Ultimo giorno sulla Terra

The walking dead 6x16

Si conclude in una noiosa bolla di sapone la Sesta stagione di The Walking Dead 6×16. Nell’episodio conclusivo di stasera, dal titolo “L’ultimo giorno sulla Terra” appare finalmente Negan con la sua fidata mazza Lucille. Ma l’episodio è tutto un lunghissimo, interminabile, monologo. E se Andrew Lincoln vomita per così poco, allora siamo noi spettatori a non aver capito nulla

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Ai lettori l’analisi di The Walking Dead 6×16, un poco avvincente season finale.

NARRAZIONE

[dropcap]C[/dropcap]liffhanger, maledetto cliffhanger. Anche stavolta, proprio com’era accaduto sette giorni fa nel penultimo episodio della serie, l’espediente narrativo interrompere bruscamente la puntata nel suo momento clou, viene utilizzato per chiudere una delle serie più noiose di The Walking Dead viste finora.

The walking dead 6x16

Il problema è che stavolta non si chiude solo un episodio, The Walking Dead 6×16, ma una stagione intera, e dunque ci troviamo, nostro malgrado, a dover bocciare l’episodio che doveva lasciarci a bocca aperta, perché, oggettivamente, di questa tecnica non ne possiamo più.

Per più di una volta, quest’anno, altrettanti episodi si erano conclusi in questo modo: con Glenn, con Maggie e con Daryl. Stavolta qualcuno di importante sicuramente esce di scena, ed è quello che forse tutti stavamo aspettando di vedere, ma come gestiscono la cosa gli sceneggiatori?

Chiudendo l’episodio senza mostrarci di chi si tratta. E per di più dopo che finalmente incontriamo Negan e la sua fidata mazza Lucille, che ci intrattiene per buoni dieci minuti con una filippica degna del miglior Cicerone.

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FOTOGRAFIA[dropcap]C[/dropcap]he noia vedere i volti sudati dei personaggi che per l’ennesima volta quest’anno si confrontano con i loro problemi esistenziali e sulle difficoltà sperimentate nel loro processo di trasformazione in vaganti. Sì, perché quelli di The Walking Dead 6×16, Rick, Carl e gli altri, dei vaganti lo sono diventati.

The walking dead 6x16

Uccidono senza nessuna pietà, salvo manifestarla quando poi Negan li cattura e condanna uno di loro a morte. Caro Greg Nicotero, cerchi di farci odiare i protagonisti? Se no ti prego: inventatene un’altra, perché io, stasera, ho tifato ardentemente per Negan. Rick gli ha ucciso tutti, lo ha fatto nel sonno, con un azione militare unilaterale senza il sostegno delle Nazioni Unite e ci mancava giusto che Donald Rumsfeld dicesse che Negan nascondesse armi di distruzione di massa. Sei cattivo, Rick, e quello che ti è successo te lo meriti.

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Regia[dropcap]D[/dropcap]isse una volta Gene Gnocchi: “La X in matematica l’ha messa per primo il professor Godel per far contenta sua moglie che lo aspettava a letto: Metti una X e finisci domani. Ecco: esattamente questo hanno fatto quelli di The Walking Dead 6×16.

Non sanno più come tenerci attaccati allo schermo perché abbiamo visto tutto e il contrario di tutto. Che Negan prenda uno dei protagonisti a colpi di mazza chiodata è qualcosa che prima o poi sarebbe successo, perché lo stesso Rick si è cercato quella reazione da parte dell’antagonista di turno.

Il cliffhanger serve proprio a dare allo spettatore un’estate di tregua prima di riportarci ad Hilltop e ad Alexandria dopo la pausa per i bagni. Ma onestamente no, a noi non è venuto il voltastomaco che era venuto ad Andrew Lincoln leggendo il copione, per dei colpi di mazza che non abbiamo mai visto. Ci possono venire al massimo pensando che Maggie, una donna incinta, possa essere stata la prescelta, ma questo è un lavoro delle nostre fervide immaginazioni.

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Il Giudizio

[dropcap]D[/dropcap]eja vu. Se dovessi esprimermi sul season finale, The Walking Dead 6×16 (e su tutta la serie), userei questa parola. Prima di apprestarmi a scrivere le mie considerazioni su The Walking Dead 6×16, mi confrontavo con il collega Napolitano e abbiamo notato che il franchise, da serie più chiacchierata, è passato a serie delle chiacchiere.

Ma procediamo per gradi:

1 – Deja vu; a un certo punto della sesta stagione ho avuto la sensazione del “già visto”, del cliché. Seppur non mastichi la lingua d’oltralpe, tali prestiti letterari ben si adoperano a descrivere la serie in questione.

The walking dead 6x16

            Abbiamo tenuto il fiato sospeso per molte puntate e alla fine abbiamo visto il governatore… no, scusate… abbiamo conosciuto il vero volto di Negan, interpretato da Jeffrey Dean Morgan, che fino al quindicesimo episodio pensavamo fosse il “fantomatico Negan”.

            La sesta stagione di TWD ricorda molto l’arrivo alla prigione, questa volta però ad Alexandria ci sono delle persone, quindi il desiderio di volersi fermare per vivere una vita pseudo normale è maggiore.

            In un mondo selvaggio però chi non si adegua, non sopravvive. E ciò Rick e il suo gruppo lo hanno capito bene, pertanto, hanno provveduto a decidere della vita degli altri.

            Se il buon vecchio Zio Ben affermava che a un grande potere corrispondono grandi responsabilità, azzeccatissimo oggi, per The Walking Dead 6×16, è il terzo principio della legge della dinamica: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Nel nostro caso la reazione si chiama Negan, il quale pare mettere nel sacco Rick.

            Già visti sono anche i personaggi che si allontanano dal gruppo per poi (ipoteticamente) salvarlo nel momento del pericolo, vedi Carol, vedi Terminus.

2 Chiacchiere; ebbene sì, in uno scenario apocalittico infestato dagli zombie, nel quale bisogna sopravvivere a tutti i costi, esiste una sola arma letale: la parola. Sia essa trasformata in un discorso di incoraggiamento, in un sermone o in un elogio; la parola regna incontrastata nella sesta stagione e in particolare in The Walking Dead 6×16

            Ci aspettavamo tanto e lo abbiamo fatto per tanto, ma ogni volta che il cattivo è stato fronteggiato con la parola, alla faccia delle aspettative dell’audience sulla sana e inconfondibile azione.

di Carlo Del Regno e Francesco Napolitano

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