15 Maggio 2016 - 11:45

TTIP, economia italiana in pericolo

Ttip

Il TTIP (Trattato Transatlantico sul commercio e gli investimenti) è un accordo commerciale di libero scambio fra Ue e Usa, il quale sancirà una rovinosa concorrenza statunitense nei confronti delle economie del vecchio continente, oltre che l’importazione di prodotti dannosi quali gli OGM.

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Le trattative Ue/Usa per l’approvazione del noto TTIP sono in corso dal 2013, senza che il progetto potesse essere analizzato e valutato dall’opinione pubblica. Le principali testate giornalistiche italiane si limitano ad accennare l’ipotesi di un mercato unico in Occidente, omettendo però i “pro” e i “contro”, dei quali i primi non andrebbero certamente a favorire lo stato di salute dei Paesi europei, mentre i secondi a comprometterne l’intera struttura economica. L’obiettivo primario del Trattato consiste nella formazione di un grande blocco geopolitico teso a contrastare le potenze emergenti quali Brasile, Russia, India e Cina (Brics), al fine di migliorare la qualità e la forza competitiva degli stati atlantici. In sintesi, il macro-accordo costituirebbe una sorta di NATO economica, dove all’ “antica” alleanza militare si aggiungerebbe un patto economico e di consolidamento. Grazie a questa “unificazione” architettata dall’alto, gli Usa otterrebbero maggiori garanzie sulla fidelizzazione europea nei confronti dell’egemonia statunitense, sempre più arginata dal peso politico di una RTtipussia paladina dell’anti-terrorismo e di una Cina già padrona dei traffici commerciali  nel continente africano.

Quali sono, tuttavia, i rischi del Trattato Transatlantico per l’Europa? Ciò che preoccupa maggiormente è il progressivo svilimento del ruolo degli stati nazionali, i quali avranno un’importanza marginale rispetto alle multinazionali. Queste ultime, grazie alle nuove agevolazioni giuridiche, saranno in grado di scavalcare gli ordinamenti democratici ai fini di una massiccia esportazione dei propri prodotti. Il mercato sarà dunque regolato da organismi tecnici e sovranazionali, senza che produttori e consumatori possano avere voce in capitolo. Un’altra conseguenza è, infatti, il futuro incerto per l’agricoltura tradizionale dei Paesi europei, dove piccoli e medi produttori rischieranno di cadere sotto la falce di un’agricoltura OGM, a basso costo e di scarsa qualità. Conseguenze negative anche per l’economia italiana, la quale dovrà resistere a colpi pesanti nel settore alimentare ed energetico, con un conseguente aumento della disoccupazione. Il tradizionale caffè italiano potrebbe essere minato dai grandi gruppi di distribuzione del cosiddetto “caffè lungo”, proveniente dall’oltremanica e dalla grande mela.

Qualsiasi stato sotto il TTIP che dovesse opporsi alle importazioni, potrà essere citato da aziende e multinazionali, eliminando de facto i limiti di importazione, oltre che le garanzie di sicurezza alimentare dei cittadini italiani ed europei. Ciò che ne consegue è una sorta di giustizia privata, o meglio, una Mercato-crazia, dove stati e popoli restano i sudditi di un mondo prevalentemente commerciale e uniformato negli usi e nei costumi.

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