27 Febbraio 2019 - 10:38

Un’Avventura: una storia d’amore per Mogol e Battisti oppure no?

Un’Avventura, il film omaggio alle canzoni di Mogol e Battisti è uscito nella sale lo scorso 14 febbraio: ha rispettato tutte le aspettative? Ecco la recensione di Zon.it

Un’Avventura, film dell’emergente Marco Danieli è uscito nelle sale italiane lo scorso 14 febbraio. Un film romantico per la giornata in cui si celebra l’amore universale che ha tanti buoni propositi, ma non è del tutto riuscito. Nato come omaggio alle musiche di Mogol e Battisti, non sempre riesce ad assolvere questa funzione. 10 sono i brani scelti per accompagnare la storia d’amore tra Matteo e Francesca. Non ci sono molti tormentoni del duo, anzi, la scelta di utilizzare brani meno noti dimostra come gli autori del film non volessero essere troppo scontati. Questo però a scapito degli spettatori, che dal trailer, si aspettavano magari di trovare i brani più popolari.

Peccato però che le buone intenzioni vengano perse per strada. Viene sviluppato un film pieno di archetipi e stereotipi e, per questo, un po’ fragile nella struttura. Altro ottimo obiettivo è quello di avventurarsi dopo anni di crisi cinematografica in Italia ad un genere, quello del musical, che in America ha davvero spiccato il volo. Basti citare Across The Universe, La La Land o The Graitest Showman per rendersi conto con quali grandi film Danieli voleva confrontarsi sullo scenario contemporaneo. Guardando al passato invece, viva è la sua intenzione di dare di nuovo vita ai “musicarelli” italiani degli anni ’60 o alle commedie d’amore degli anni ’70 e ’80.

Un’Avventura invece cerca di riportare in scena proprio quell’amore: tormentato e pieno di dubbi, ma allo stesso tempo a cui non si può rinunciare.

Trama e stereotipi

La storia è quella di Matteo e Francesca, vecchi amici in un paese del Sud, che all’inizio degli anni ’70 vengono separati dalla voglia di viaggiare e sentirsi libera di lei. Tipica hippie sognatrice, Francesca resta 5 anni lontana da casa, per poi rincontrare Matteo ad un falò sulla spiaggia del paese. Tornata per stare accanto alla madre malata, viene riavvicinata dal suo vecchio amore.

I due si ritrovano e quando lei decide di trasferirsi a Roma per lavoro, un dubbio inizierà a farsi strada nelle loro menti: è vero amore o solo “un’avventura”? Questa domanda si ripresenterà anche a metà film quando tra i due, che ormai vivono insieme a Roma e sono sposati, si alzerà un alto muro dovuto ad un colpo di testa di Matteo.

Una semplicità stereotipata?

Una trama semplice, a tratti prevedibile, che viene accompagnata da 10 brani che a volte vengono riarrangiati in maniera un po’ azzardata da Pivio e De Scalzi. E’ un film che fino alla prima metà può anche funzionare, ma poi inizia a peggiorare.

Questo anche a causa dei due protagonisti che sembrano stare su due versanti opposti e stereotipati: lui un po’ troppo conservatore, lei prima hippie poi femminista, ma che accetta lo stesso il matrimonio e la maternità. Nonostante ciò un pregio del film è che si cerca di dare spazio al femminismo degli anni ’70; scena dopo scena la forza motrice del film è proprio Francesca, la sua voglia di farcela da sola e di sentirsi libera da ogni convenzione sociale.

Gli attori 

Altra scelta non molto apprezzata è quella di scegliere come protagonisti due attori maturi per interpretare due ragazzi giovani e sessantottini. Laura Chiatti è sicuramente di una bellezza intramontabile, con una voce molto limpida e con una fisicità perfetta, ma in alcune scelte la sua performance risulta un po’ forzata. Michele Riondino invece sembra leggermente più disinvolto di lei, con una voce molto simile a quella di Battisti.

Insieme, grazie al lavoro di Tommassini, i due attori non hanno solo cantato e recitato, ma anche ballato. Le varie coreografie proposte, con un corpo di ballo molto valido, hanno tutte la firma indelebile del noto coreografo. Come rilasciato da Laura Chiatti in un’intervista a Domenica In, lavorare con lui è stata davvero una salvezza, in quanto è riuscito a scioglierla in un ambito a lei lontano.

I brani

Tra i pezzi meglio riusciti del film:

  • “Acqua Azzurra Acqua Chiara” in cui Matteo e Francesca finalmente si ritrovano dopo i 5 anni di distanza e si abbandonano in una danza appassionata sotto la pioggia.
  • “10 Ragazze per te” che si trasforma in una hit da discoteca anni ’80, dove vediamo i due protagonisti su fronti paralleli ballare con una schiera di 10 ballerini per lei e 10 ballerine per lui.
  • “Balla Linda” che Matteo dedica a Linda, sua collega e nuova compagna mentre si trovano, in una delle ultime scene del film, in riva al mare.

Nonostante queste punte di diamante, nel film ci sono anche pezzi meno riusciti come “Il Vento” la scena rallenty in cui Francesca e Matteo si rincorrono, tocca una lieve punta di trash; oppure “La Canzone di Maria” che viene trasformata in pubblicità.

Da vedere oppure no?

Un’Avventura è un film che nasce come omaggio a due grandi icone della musica italiana, ma che purtroppo li lascia quasi sullo sfondo. Nonostante i buoni propositi della regia, si lascia poco spazio ai brani e troppo spazio all’amore tra i due protagonisti. Le varie canzoni, che dovrebbero caratterizzare le scene, alla fine risultano quasi come delle decorazioni.

A questo poi, va aggiunta la scelta dei brani: fatta eccezioni di 2,3 tormentoni le altre canzoni sono meno note. E se si è andati in sala con la voglia di cantare e ballare sulle poltrone i successi senza tempo dei due cantanti, ne si è usciti un po’ meno entusiasti. La tecnica di utilizzare i tormentoni è stata, per esempio, l’arma vincente in Bohemian Rhapsody, biopic sui Queen. Un film che trasporta lo spettatore tra i brani della nota band che sono il vero motore di tutto e che ha quasi vinto un Oscar come Miglior Film quest’anno.

Per questo Un’Avventura, non risulta un film da 5 stelle, ma da vedere in quanto probabilmente ha posto le basi per la rinascita del genere musicale nel cinema italiano.