22 Ottobre 2020 - 15:28

Unioni civili, quando pure “The New Pope” ha anticipato Francesco

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Prima dell’apertura (storica?) di Francesco, già Paolo Sorrentino con “The New Pope” aveva picconato il tabù ecclesiastico sulle unioni civili

Papa Francesco apre alle unioni civili- il precedente “filmico” in The New Pope e il dibattito: è vera apertura? che ripercussioni (anche politiche) avrà?-

“Sua Santità, i matrimoni omosessuali, quand’è che la Chiesa si libererà di questo tabù?”; “Quando la Chiesa avrà un Papa rivoluzionario, risoluto e coraggioso”

Questo dialogo si consumava appena nove mesi fa nel corso di una puntata della serie tv “The New Pope” firmata da Paolo Sorrentino; in quell’episodio, che oggi suona quasi come premonitore, Sharon Stone (nei panni di se stessa) si recava in visita presso l’immaginario Papa Giovanni Paolo III (John Malkovich) facendo propria l’istanza di un riconoscimento cattolico delle unioni omosessuali.

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Ieri, a conferma di un tacito adagio che governa da sempre la mia vita, e cioè che spesso l’arte anticipa la realtà donandole confini espressivi ed esistenziali nuovi, l’apertura del Papa (vero) alle unioni civili. Nel documentario a lui dedicato, firmato dal regista Evgeny Afineevsky e presentato ieri alla Festa del Cinema di Roma, Papa Francesco afferma:

Le persone omosessuali sono figli di dio e hanno diritto ad essere una famiglia. Cio’ che dobbiamo creare e’ una legge sulle unioni civili

Finalmente la Chiesa, o meglio il suo massimo esponente, dice apertamente la sua su un tema che ad oggi appare non più emendabile, mi farà giustamente notare qualcuno. .

Ma sarebbe ingiusto, oltre che disonesto intellettualmente, non notare che l’apertura del Papa alle unioni civili è incompleta, a mio parere anzi in ritardo oltre che monca.

E’ vera apertura?

In primo luogo, l’endorsement del Papa a favore delle unioni tra persone dello stesso sesso è in ritardo poichè, nei Paesi di più lampante matrice cattolica, provvedimenti in questo senso esistono già (in Italia abbiamo la Legge Cirinnà, in vigore dal 5 Giugno 2016), ed è inoltre manchevole di un aspetto fondamentale: non apre in alcun modo al riconoscimento cattolico delle unioni tra persone dello stesso sesso.

Anzi, la realizzazione di quest’ultimo aspetto (per quanto sia altrettanto vero che ogni lungo viaggio inizia sempre da un passo) appare oggi come contornato dalle nubi dell’utopia. Forse prima o poi succederà che, dal punto di vista cattolico, un matrimonio etero ed uno omosessuale avranno la stessa valenza (anche culturale e sociale) ma non oggi.

Tanto più se pensiamo alla natura fortemente frammentaria del mondo cattolico: per quanti cattolici possiamo dire che ieri Papa Francesco abbia realmente parlato? Quanti, invece, hanno eufemisticamente storto il naso davanti alla sua dichiarazione? Quanti cattolici saranno disposti a spostare il focale della loro opinione sul tema unioni civili dopo quanto asserito dal Papa? 

Terremoto

Quel che è certo è che Papa Francesco ha instillato se non altro un dibattito (doloroso, difficile, un campo minato) nel mondo cattolico: da oggi in poi non si potrà più evitare di prendere una posizione.

Ed è innegabile, infine, che il placet di Papa Francesco avrà delle ripercussioni sugli argomenti elettorali di quelle frange politiche (particolarmente italiane) che hanno fatto della strenua difesa di valori familiari considerati tradizionali la conditio sine qua non della loro credibilità istituzionale. Cosa si inventeranno ora che persino l’emissario di San Pietro in Terra sa che di famiglia non ne esiste certo una sola?