13 Novembre 2018 - 12:15

Valore legale laurea: la nuova oscenità della politica e di Salvini

Laurea Valore Legale

Salvini ha dichiarato di voler abolire il valore legale della laurea. E non viene contrastato né dalle opposizioni e nemmeno dal M5S

Il valore legale della laurea entra nel mirino della Lega e anche del Governo. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ieri sera, durante la scuola di formazione politica del Carroccio, ha annunciato l’ennesima “svolta”.

Bisogna mettere mano alla riforma della scuola e dell’Università, ed è da affrontare la questione del valore legale della laurea. Negli ultimi anni la scuola e l’università sono stati serbatoi elettorali e sindacali. L’abolizione del valore legale del titolo di studio è una questione da affrontare.” ha dichiarato Salvini.

Le dichiarazioni sono pesanti, e gettano delle serie ombre sull’effettiva considerazione della formazione scolastica da parte del Governo. Il titolo di studio rappresenta la garanzia per tutti di partecipare ai pubblici concorsi o di concorrere per una professione, prescindendo dal territorio di provenienza. Una sorta di garanzia di equità e di abolizione delle differenze umanitarie, anche in campo lavorativo.

Soprattutto, rappresenta un vero e proprio premio per chi passa gli anni più arzilli della propria vita a studiare, a sacrificarsi (perché sì, è un vero e proprio sacrificio). Che futuro potrebbe garantirsi un Paese in cui questi sacrifici non varrebbero più nulla? Che speranza di rialzare la testa ha l’Italia, se il suo ministro dell’Interno non incentiva i giovani a prepararsi e a formarsi adeguatamente?

Il vero problema, però, è che questo è solamente un altro punto cieco di un contratto di Governo che già ha un sacco di gatte da pelare. Il nuovo provvedimento rischia di rendere ancora più difficile l’ingresso, nel mondo del lavoro, da parte dei neolaureati o dei laureandi che provano a farsi spazio e costruirsi un futuro.

Il Governo del cambiamento, dunque, continua a filo diretto l’opera dei suoi predecessori, soprattutto del Governo Monti. Ma scopriamo meglio cosa potrebbe significare.

La posizione del Movimento 5 Stelle

Le ipotesi per una concreta realizzazione del valore legale della laurea mirerebbe, in teoria, a favorire l’accesso ai concorsi pubblici e a facilitare la partecipazione. In questo modo, però, si avrebbe un vero sovraffollamento in un mercato del lavoro che è già saturo.

Senza considerare, poi, che la qualità del lavoro andrebbe ad abbassarsi, in quanto specialisti in un determinato campo partirebbero dallo stesso punto rispetto a lavoratori non specializzati. Si annullerebbe, in questo modo, il sistema di meritocrazia che mira, paradossalmente, a creare uguaglianza. Aprirebbe, inoltre, le porte a raccomandazioni e favoritismi.

Il Movimento 5 Stelle, però, è paradossalmente d’accordo. Infatti, per i “grillini” l’abolizione del valore legale della laurea è un punto concreto del programma, oltre all’accesso ai concorsi pubblici.

La nuova oscenità

In Italia, il Paese delle Meraviglie, si saprebbe senza dubbio come sfruttare questo provvedimento a proprio vantaggio. L’abolizione permetterebbe una maggiore discrezionalità in sede concorsuale da parte degli esaminatori, aprendo le porte a raccomandazioni e favoritismi.

Questo provvedimento non si dovrebbe fare, sarebbe alquanto osceno. Le ragioni? La creazione di una sorta di lotta interclassista tra università. Creerebbe, infatti, Università di serie A e di serie B con costi insostenibili per iscriversi alle prime. Il rischio è la creazione di un sistema duale del sistema formativo.

Questo avrebbe degli effetti disastrosi soprattutto per il Sud. Far venir meno l’uniformità delle lauree significherebbe invece rendere ancora più difficile l’inserimento nel mondo del lavoro. Sta al Movimento 5 Stelle il compito di evitare questo disastro che getterebbe nel baratro il sistema universitario italiano.