Vercelli, non si toglie l’hijab per giocare: arbitro sospende la partita
Vercelli, calciatrice 16enne si rifiuta di togliere il velo per giocare: l'arbitro sospende la partita
E’ accaduto a Vercelli: un arbitro ha impedito ad una calciatrice di origine marocchina di indossare lo jihab durante la partita. Maroua Morchid, la sedicenne membro della squadra Pro Vercelli, ha dichiarato di aver “sempre tenuto il velo, in tutte le partite che ho giocato in precedenza. Non vedo perché devo toglierlo proprio adesso”.
Per entrare in campo in sostituzione della compagna, Maroua avrebbe dovuto rinunciare a indossare il suo hijab, il velo islamico che la ragazza porta per religione. A nulla sono servite le discussioni sul campo di Vercelli: la partita con l’Accademia Torino è finita all’ottantacinquesimo, sul risultato di 2-2.
Al termine della gara, negli spogliatoi, c’è stata la reazione immediata della società padrona di casa. “Eppure – ha dichiarato al Corriere della Sera la dirigente della Pro Vercelli femminile Laura Sartirana – Maroua ha indossato l’hijab per tutto il campionato senza che nessuno avesse da ridire. Rispettare la nostra giocatrice avrebbe voluto dire farla giocare con il velo”.
L’associazione nazionali degli arbitri, invece, ha giustificato la condotta del diretto di gara, sostenendo di aver avrebbe semplicemente applicato il regolamento.
Inoltre il presidente delle ex giacchette nere di casale Monferrato, William Monte, ha precisato che non si è trattato assolutamente di razzismo, ma semplicemente di assicurare che nessuno si facesse male in campo. Il velo poteva essere pericoloso per Maroua e per le altre calciatrici. La Pro Vercelli ha invece sostenuto la compagna di squadra: con un post su Facebook il team femminile ha mostrato vicinanza alla giovane, vicinanza che è giunta anche dalla squadra avversaria dell’Accademia Torino.
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