20 Gennaio 2016 - 20:47

X-Files, tutte le curiosità di una serie cult

X-Files

Dai nove episodi basati su eventi realmente accaduti fino ai cammeo: tutte le curiosità di una serie TV che ha mutato il concetto di fantasy-horror nella televisione, e che tornerà sui nostri schermi a partire dal prossimo martedì

[ads1]Non è facile mettere insieme un elenco di tutte le sconfinate curiosità che ruotano attorno ad una serie come X-Files, composta da ben duecentocinquantuno episodi, nove serie e due film.

Dai cammeo agli episodi basati su eventi realmente accaduti, passando per le comparse che hanno avuto un ruolo in quella che è stata la più importante creazione di Chris Carter, l’elenco è praticamente infinito, soprattutto perchè X-Files ha cambiato, a modo suo, il concetto del fantasy-horror in una serie TV.

In principio fu Twin Peaks di David Lynch, e prima ancora c’era stato The Twilight Zone.

curiosità

Jodie Foster: doveva essere lei l’agente Scully

A parte queste due, nessuno aveva avuto il coraggio di elaborare una trama complessa per una serie TV che sarebbe durata così tanto ed avrebbe appassionato milioni di telespettatori in tutto il mondo.

Il merito del successo di X-Files, comunque, va prevalentemente alla FOX, che all’epoca era ancora un canale modesto, noto giusto per i Simpson e per la serie Sposati…con figli.

Se quelli della Fox non avessero voluto concedere il loro spazio a Carter, oggi non saremmo in una tale spasmodica attesa per quella che è l’evento televisivo più atteso di questo inizio del 2016.

Semisconosciuto, Carter era solo un giornalista freelance che aveva qualche collaborazione con la Disney e che alla fine degli anni ’80 iniziò a lavorare presso la FOX, alla quale, nel 1990, propose questa serie dalla trama apparentemente astrusa, nella quale due agenti dell’FBI davano la caccia agli omini verdi e cercavano di smascherare le bugie del governo.

All’inizio non fu facile mettere su un cast, e infatti lo stesso David Duchovny, già di suo restio ad assumere un ruolo in una serie TV anziché in un lungometraggio, rischiò di essere scartato da Carter, che all’inizio lo trovava “poco intelligente“.

A svolgere il ruolo di Mulder doveva infatti essere Richard Gere, ma poi l’insistenza dell’agente di Duchovny, che vide tutte le potenzialità della serie, disse al suo assistito che con X-Files David “non avrebbe avuto più bisogno di lavorare“, e così l’attore americano di origini ucraine convinse il produttore a dargli la parte e presto divenne lo “spettrale” agente Mulder.

Persino Gillian Anderson faticò ad avere il posto, dato che la FOX, all’inizio, voleva un ruolo attoriale più di primo piano, e suggerì Jodie Foster a Carter, il quale, tuttavia, spinse per avere la Anderson.

La Foster, comunque, riuscì a partecipare ugualmente ad X-Files, presentandosi nei panni della voce sensuale di un misterioso tatuaggio realizzato con colori tossici, in grado di dare allucinazioni.

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William B. Davis fumò sigarette alle erbe totalmente innocue per tutta la durata di X-Files

Anche per C.G.B. Spender, l’ingresso nella serie fu casuale: scelto come comparsa, divenne famoso proprio perché l’attore che lo interpretava, il canadese William B. Davis, era in patria un celebre insegnante di arte drammatica e titolare di una scuola di recitazione.

Ex-tabagista, Davis smise di fumare proprio sul set di X-Files, iniziando a consumare innocue sigarette alle erbe proprio a causa del suo personaggio, il cosiddetto “uomo che fuma“, che consuma decine di bionde di una semisconosciuta marca Morley.

Carter ne notò l’abilità quando X-Files era già in corso di registrazione, e successivamente gli affidò un ruolo di primo piano.

A parte le decine di cammeo di cui abbiamo già parlato negli scorsi articoli, e che ci hanno permesso di ricordare i ruoli di CCH Pounder (celebre poi per The Shield), Jason Patrick, Jack Black, Tea Leoni, Stephen King e tante altre figure divenute popolari in altre serie, va ricordato che X-Files fu una serie tra le poche la cui trama fu scritta in itinere, e solo a partire dall’evento chiave della seconda stagione della serie, ossia il rapimento di Scully da parte degli alieni.

Prima di allora, la serie era incentrata di più su episodi singoli e sulla generale consapevolezza della presenza inganno da parte del governo a stelle e strisce ai danni degli americani, che Mulder e Scully si incaricano di svelare.

Non è comunque tutta fantasia quella che ruota attorno ad X-Files: diversi sono gli episodi tratti da eventi reali, come ad esempio l’episodio Home, che si basa sulla storia della famiglia Ward, vissuta in Pennsylvania, la quale andò incontro ad episodi di incesto proprio a causa della scarsa intelligenza dei suoi membri.

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Jeffrey Dahmer, il serial killer che ispirò X-Files per il personaggio di Donnie Pfaster

A parte questo, da ricordare è l’episodio in cui Mulder e Scully incontrano il folle Donnie Pfaster, il cui personaggio venne modellato sul serial killer Jeffrey Dahmer, uno dei più efferati assassini seriali della storia degli Stati Uniti.

Sarebbero ancora decine le curiosità da ricordare, come quella che vuole Quentin Tarantino destinato a dirigere un episodio della Quarta Stagione, cosa che poi non si fece visto che tarantino non risultava ancora iscritto all’Associazione Registi d’America, o quella che vede l’episodio Chinga come scritto dal guru dell’horror Stephen King, ma ricordarle tutte richiederebbe fiumi e fiumi d’inchiostro.

Questi fatti, comunque, se sommati ad altri trattati nella serie, e che, ai tempi riportarono l’attenzione degli appassionati su questioni ancora oggetto di studio, come il caso del volto di Cydonia su Marte, quello di Tunguska e sulla Teoria degli Antichi Astronauti, rendono X-Files un esperienza che vale sicuramente il tempo di un episodio a sera, nonostante l’età della stessa, che ormai è superiore ai vent’anni. [ads2]