21 Ottobre 2015 - 11:39

Truffaut, a 31 anni dalla sua morte, i 5 grandi film

Truffaut

In occasione del trentunesimo anniversario della morte del massimo esponente della Nouvelle Vague, François Truffaut, abbiamo scelto cinque imperdibili film del maestro del neorealismo francese

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Per i francesi Jean-Luc Godard, Claude Chabrol e François Truffaut rappresentano quello che per noi italiani sono stati Roberto Rossellini, Vittorio De Sica e Luchino Visconti.

Insieme a Eric Rohmer e a Jacques Rivette, infatti, Truffaut, Chabrol e Godard diedero vita a quel movimento che, in Francia, prese il nome di “Nouvelle Vague“, ossia “Nuova Ondata“, un genere cinematografico che traeva le sue origini nel neorealismo italiano, un movimento culturale molto popolare a cavallo fra gli anni ’40 e ’50, nel quale si vedeva essenzialmente l’attore  come un uomo in possesso di certe qualità chiave, in grado di divenire un tutt’uno con il suo personaggio.

Il genere neorealista sfruttava questa concezione dell’uomo-attore-personaggio per calare lo spettatore in una dimensione innovativa, nella quale si tentava di essere quanto più possibile fedeli alla realtà quotidiana, che ai tempi era quella della Guerra e dell’immediata ricostruzione.

Truffaut

I 400 colpi di François Truffaut

Esso divenne così popolare che presto nei cinema di tutto il mondo si assistette alla presenza dell’influsso neorealista, con la sola eccezione degli Stati Uniti, nella quale il genere non sfondò e per gli americani il neorealismo rimase infatti appannaggio del cinema europeo, e infatti, mentre in Germania si diffondeva il cosiddetto Kammerspiel, in Francia arrivava questa “Nuova Ondata” che ebbe in Truffaut uno dei massimi esponenti.

Chiariamo subito che il cinema di Truffaut è un cinema complesso, un tipo di cinema che testimonia la vita in modo armonico, inquieto ed emotivo.

Non c’è thrilling in Truffaut, e il massimo che, in lui, possiamo trovare in termini di azione è una particina nel film americano “Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo“, nel quale Truffaut interpreta la parte dello scienziato francese Lacombe.

Truffaut va quindi letto e visto con una differente impostazione, altrimenti si rischia di annoiarsi, perché il maestro conduce lo spettatore lungo un lungo percorso che ci invita a cogliere gli attimi più emozionali della vita di ognuno, come l’amore, la crescita, il confronto con l’altro.

Spesso nel suo cinema si affrontano questioni difficili come ad esempio quella del “poliamore“, la corrente di pensiero di coloro che ritengono che nella vita dell’uomo non sia possibile vivere una monogamia sociale come norma necessaria, ma che nel consenso di tutti sia possibile vivere più esperienze amorose.

Truffaut

Jules e Jim

Truffaut fece scandalo, ad esempio, quando nel suo film Jules & Jim, che è nota per la celebre corsa degli attori all’interno del museo del Louvre, ripresa anche dalla band americana dei Sixpence None the Richer nel loro video d’esordio “Kiss Me“, perché l’idea di un ménage-a-trois fra una donna e due uomini non era mai stata affrontata all’interno di un film.

Per Truffaut si parlò subito di capolavoro, e la sua intelligenza nel trattare la questione con dolcezza fece entrare il suo film nell’elenco dei migliori film della storia, non solo francese, del film.

Di un Truffaut più giovane, invece, è “Les Quatre-Cent Coups (i 400 colpi)”, film biografico nel quale con la stessa delicatezza Truffaut ricorda sé stesso incarnato nel personaggio di Doinel, il giovane bisognoso d’affetto che il regista stesso riprese in diversi altri film.

A questi due capolavori, dobbiamo affiancare senza nessun dubbio “Effetto Notte” che spiega come appunto Truffaut faceva cinema, e “Il ragazzo selvaggio“, film del 1966 che racconta la storia del bambino selvaggio dell’Aveyron, un caso che scioccò la Francia alla fine del Seicento, quando un giovane venne ritrovato appunto nella zona dell’Aveyron dopo essere stato, di fatto, cresciuto da animali selvaggi.

Truffaut ne raccontò la storia interpretando il dottore che se ne prese cura, dimostrando che l’affetto e il coraggio potevano aiutare un giovane che, la società francese del tempo bollò subito come affetto da ritardo, ma che il dottore riuscì ad educare.

L’ultimo film del maestro degno di menzione, un genio che ci lasciò a causa di un terribile male il 21 ottobre 1984, è infine “Baci Rubati“, film del 1968 che racconta di un Doinel cresciuto alle prese con l’amore di una coetanea.

Era il sentimento, dunque, ciò che guidò in vita Truffaut: fino alla morte egli visse con il sorriso stampato sul volto, convinto che nel cinema non potesse esistere violenza, ma che ogni sua rappresentazione allo schermo fosse sempre l’interpretazione del concetto d’amore del regista.

Ci lasciò troppo presto, Truffaut, ancora ci manca.

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