31 Marzo 2016 - 23:16

Le dimissioni della Guidi nello scandalo Eni

Federica Guidi è stata intercettata al telefono con il compagno, Gianluca Gemelli, indagato dalla procura di Potenza per traffico d’influenze illecite nell’odierno scandalo Eni. Il nome che compare agli atti e che rimbalza sulle testate non ha fatto attendere le sue dimissioni da ministro

[ads1]

Queste le parole di Federica Guidi per spiegare il suo volontario congedo da Ministro dello Sviluppo Economico nel Governo Renzi, incarico investito dal 22 febbraio 2014:Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese”.

Le dimissioni giungono in seguito alle intercettazioni emerse dall’ordinanza del gip di Potenza. Tutto è partito da un’inchiesta della procura sullo smaltimento illecito di rifiuti nel centro Eni. Parallelamente le indagini, in base ad una serie di intercettazioni, hanno portato ad un’inchiesta sull’impianto Tempa Rossa nella Val d’Agri. Durante gli accertamenti, l’indagato Gianluca Gemelli, compagno dell’ormai ex ministro, è risultato coinvolto con l’accusa di traffico di influenze illecite per i suoi  “rapporti di convivenza” con la Guidi, ostentati per i propri interessi.

Le dimissioni della Guidi nello scandalo EniLa ministra, non nuova ai conflitti d’interesse, durante una telefonata del 5 novembre 2014 garantiva il via libera, grazie all’imminente approvazione di un emendamento, ai piani del compagno e della multinazionale francese Total. Le allusioni della Guidi, da riferirsi al decreto Sblocca Italia e al maxiemendamento sulla Legge di Stabilità, sono inerenti all’emendamento, approvato all’ultimo momento nel dicembre del 2014, con oggetto il trasporto e lo stoccaggio di idrocarburi.

Una “svolta” ormai prossima, previo assenso del Ministro Maria Elena Boschi – come dichiarato da Federica Guidi nella telefonata in oggetto – che legiferava in favore dell’estrazione di petrolio nella Val d’Agri, nonostante fosse al centro di polemiche e contestazioni da parte delle associazioni ambientaliste. L’imprenditore Gemelli, con il sostegno politico della Guidi, premeva per lo sblocco dell’operazione Tempa Rossa, gestita dalla Total, perché ne avrebbe ricavato circa due milioni e mezzo, essendo a lui destinati i sub appalti dei lavori.

[ads2]