13 Novembre 2019 - 09:33

7° Arte #47: Amadeus – Arte che racconta Arte

amadeus

Film del 1984 che ripercorre la vita del compositore Wolfgang Amadeus Mozart. Diretto da Milos Forman e tratto dall’omonima opera teatrale di Peter Shaffer, vincitore di 8 premi Oscar

Dopo il grande successo di Gandhi, ecco un’altra pietra miliare del cinema riscontrabile nella configurazione dei biopic, stavolta per quanto riguarda un artista.

Amadeus: Arte che racconta Arte

Il cinema diventa dunque arte che rappresenta l’arte, nel caso del film Amadeus del 1984, lo fa introiettandoci nella vita travagliata e fin troppo presto spezzata di Wolfgang Amadeus Mozart, il musicista austriaco tra i più importanti della storia musicale.

La vita di Amadeus Mozart è raccontata dal personaggio – realmente esistito – di Antonio Salieri (Murray Abraham, vincitore del Premio Oscar), in una sorta di molteplici flashback che ritraggono il carattere esuberante dell’artista austriaco in continuo contrasto con le borghesie di quei tempi. La storia è ambientata nella seconda parte del Settecento, tramontato con la morte di Amadeus Mozart (nel film Tom Hulce) le cui cause sono ancora oggi ignote.

Antonio Salieri vs. Amadeus Mozart

Ma la pellicola Amadeus di Milos Forman (autore, tra l’altro, di Qualcuno volò sul nido del cuculo) si focalizza su una discussa quanto scusante letteraria rivalità tra l’italiano Antonio Salieri e l’austriaco. Il devoto compositore italiano, nelle grazie dell’alta borghesia per il suo carattere mite e servizievole, è sia antagonista che estimatore del gran genio di Mozart, la cui fama però impennerà solo dopo la sua prematura morte. Ed è proprio la morte di Mozart a beffarsi di Antonio Salieri, vedremo il compositore italiano cercare di scalzare la figura del giovane indisciplinato durante i 180’ minuti di pellicola.

Un film lungo ma dal ritmo incalzante, come le opere che vengono riproposte sia nel sonoro che nel visivo per un Amadeus che onora e celebra come non mai il defunto Mozart. La regia di Milos Forman diventa virtuosa, accompagnata dalle sinfonie create da Mozart, i costumi suggestivi e molto curati, le interpretazioni degli attori molto appassionate. Amadeus non è solo un biopic intorno alla leggenda di Amadeus Mozart, bensì riesce a porsi come emissario di una svolta quale il musicista come libero professionista. A quei tempi infatti l’editoria musicale non era in pieno sviluppo, ma il personaggio di Mozart, causa la sua innata arte creativa, si svincola dalla servitù per collocarli come musicista indipendente.

Nessuna fantasia, solo flashback e storie di realtà

Il personaggio di Wolfgang Amadeus Mozart è dunque intrecciato tra la realtà e la messa in scena, ponendosi come spunto di riflessione e influenza culturale. Attraverso i racconti, quasi confessionali, di un Antonio Salieri altamente provato da questa storia, ci rievoca in mente lo storytelling rivoluzionario ch’ebbe Orson Welles col suo Quarto Potere. Allo stesso tempo, dopo il grande successo di Gandhi, ci troviamo dinanzi a un’altra pellicola che riscosse successo di critica e pubblico narrando la vita di un uomo realmente esistito.

Un cinema studiato, riflessivo, quanto mai intersecato con la realtà e la cultura collettiva. Gli anni ’80 vengono ancora oggi ricordati come uno dei decenni di maggiore innovazione e creatività, ma allo stesso tempo sono protagonisti di una finestra che affaccia sul passato, ricco di luci nuove che andranno a influenzare quelle del futuro.