Boccia e la verità di Confindustria
Boccia interviene ancora contro il governo Lega – M5S. Il punto di vista del Presidente degli industriali fra lavoro e dibattito pubblico/privato
L’ultimo mese di questa estate ormai ai saluti è stato uno dei più caldi per la politica italiana.
Tenendo da parte le tragedie – che pure stanno avendo risvolti a livello politico – e il tema immigrazione, diviso fra esternazioni salviniane e tentativi a livello europeo di far valere il proprio punto di vista, a ritornare in auge è tanto l’ambito lavorativo quanto il dibattito sui beni pubblici.
Avendo ben presente il provvedimento voluto dal Ministro Di Maio e convertito in legge i primi di agosto, che come scritto in altre occasioni risolve solamente in parte alcune delle problematiche legate all’attività lavorativa, il Presidente degli industriali Boccia ha reso nota la sua protesta nei confronti dell’esecutivo giallo – verde.
Al grido “Vorrei non passare alla storia come il presidente di Confindustria che porta gli imprenditori in piazza”, Vincenzo Boccia rilancia dalle pagine dell’huffington post il suo grido di allarme nei confronti dell’attuale governo.
I punti cruciali affrontati dall’esponente degli industriali sono in sostanza due e investono due dei temi caldi degli ultimi giorni di agosto: il lavoro e la diatriba pubblico/privato legata alla tragedia del Ponte Morandi.
Con un chiaro riferimento al primo atto significativo pentastellato, che non viene mai nominato, viene fatta presente l’ira degli industriali e la campagna elettorale prolungata – a detta del Presidente – dei firmatari del contratto di governo.
Rendendo nota la consueta posizione di Confindustria, Boccia – pur scongiurandolo – sembra quasi puntare ad un clima di tensione continua che un Paese come il nostro, da tempo sempre più sul chi va là (come mostrano i tanti episodi di smarrimento diffuso sparsi per tutta l’Italia), potrebbe non essere preparato ad affrontare.
Sul secondo punto, tralasciando l’episodio in sè come detto in precedenza, la diatriba pubblico/privato ha portato all’ennesima considerazione di parte.
In questa specifica situazione è necessario fare un ragionamento semplice ma necessario.
Negli ultimi venti anni si è passati dai furbetti del cartellino che portarono alla gogna l’intera pubblica amministrazione italiana – che senza dubbio soffre di mali antichi nel settore – agli speculatori privati che spremono il pubblico in un solo colpo.
Non è possibile continuare ad alimentare la discussione costituendo tifoserie inutili – che rischierebbero tra l’altro di continuare a fare cambiare bandiera senza reale cognizione di causa – e inversioni di rotta vertiginosi da un punto di vista all’altro ma è necessario concepire un’organizzazione differente che raddrizzi il pubblico , dove necessario, e responsabilizzi maggiormente il privato , dove necessario.
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