Nero a metà… l’ex tenebris ad lucem
Intervista all’artista Nicholas Tolosa che, con la mostra: “Nero a metà”, sarà a Napoli dal 7 all’8 maggio. Intervistata anche la curatrice
[ads1] Presso la Chiesa di S. Tommaso a Capuana a Napoli in via dei Tribunali 216, sarà inaugurata sabato 7 maggio alle ore 17:00, la mostra d’arte contemporanea “Nero a metà” dell’artista partenopeo Nicholas Tolosa. Il percorso espositivo, visitabile dal 7 all’8 maggio, comprende un ciclo di opere pittoriche d’arte contemporanea del giovane artista napoletano in bianco e nero. L’evento è stato organizzato e promosso dall’Accademia dei Partenopei con il patrocinio morale dell’ Osservatorio Comunicazione Partecipazione Culture Giovanili (OCPG) dell’Università di Salerno e del Centro Culturale TECLA. Nicholas Tolosa, pittore contemporaneo, sta riscuotendo vasti consensi da più parti, grazie alla sua singolare capacità di inventiva e di iniziativa non comune. Le sue opere, sono un appello morale a riflettere su temi sociali cui si sente particolarmente sensibile, come i soprusi dell’uomo sull’uomo che provocano violenze, sofferenze, povertà, come le avversità del destino e il disincanto dei bambini.
Nelle mie tele trasporto ciò che mi viene dettato dalla mia sensibilità e dal cuore, poi la mano esegue ciò che voglio realizzare. La mia fonte di ispirazione è il male del mondo, la gente che vive in povertà, le ingiustizie, il razzismo…
2. Pensi che l’arte in qualche modo possa aiutare il cambiamento. Qual è il rapporto tra arte e società oggi.
Storicamente l’arte ha sempre aiutato il cambiamento, è questo il suo ruolo, denunciare per aspirare ad un cambiamento. Oggi l’ arte ha perso un po’ la sua identità e a volte il pubblico non riesce a capire cosa sia arte e cosa non lo sia. Di conseguenza credo sia soggettivo il rapporto con la società, rispetto al singolo artista. Probabilmente oggi la street art, tanto pubblicizzata, riesce ad avere un rapporto più diretto con la società. Dipende poi cosa vuoi dire come artista, di conseguenza riesci o meno a trasmettere qualcosa alla società. Oggi l’ arte viaggia sempre su due binari differenti: gli artisti che si fanno da soli e quelli raccomandati e segnalati. Non è facile delineare un rapporto preciso tra arte e società, bisogna capire bene cosa sia oggi l’ arte e chi può fare l’ artista. Posso farlo tutti o solo chi ha intrapreso determinati studi? Troppe cose non quadrano in merito.
3. Cosa di questa mostra pensi possa colpire di più l’immaginazione della gente.
Tutto e niente, dipende dalla sensibilità delle persone. La mia arte è fatta per persone che riescono a comprendere delicati argomenti, persone sicuramente non superficiali. Io dipingo per necessità interiore, per trasmette un messaggio, non mi preoccupo molto di cosa possa colpire l’ immaginazione della gente.
La critica e la mostra è stata curata dalla dott.ssa Ilaria Amato, con il contributo dell’ Associazione Sisto Riario Sforza, che organizza visite mediche gratuite per persone disagiate e della dott.ssa Maria Concetta Vittoria.
1. Dott.ssa Amato com’è articolata la mostra.
I suoi dipinti richiamano l’uomo a riflettere sulle violenze, le sofferenze, la povertà di persone che hanno perso tutto, cui il destino ha rubato la vita e la speranza; di fronte alla loro esperienza, l’uomo contemporaneo si accorge di aver smarrito il proprio senso civico, spirituale e intellettivo e che deve ritrovare il rispetto e la tolleranza verso il prossimo. La provocazione dell’artista non si perde nel pessimismo, ma chiede riscatto dall’odio, dalle ingiustizie e dai soprusi attraverso un realismo, forse crudo, amaro ma necessariamente vero.
3. Quali sono le stilistiche preferite dal Tolosa.
Da critico la prima cosa che ho apprezzato di Tolosa è stata la scelta di operare nell’ambito dell’arte figurativa. Una decisione coraggiosa che mostra tutte le sue capacità pittoriche e che, a mio avviso, spicca sull’astrattismo comune di molti artisti contemporanei. La sua scelta di utilizzare solo i colori acrilici bianco e nero, sfumati all’infinito dal grigio, racchiude le sensazioni personali del pittore e diventa lo strumento per esaltare il contenuto drammatico dei temi trattati. Nelle sue composizioni i due colori sono complementari e il nero diventa un “nero a metà” perché illuminato dall’immortale speranza del bianco.
4. Quali sono stati i contributi originali che egli ha apportato o comunque cosa è rimasto, piaciuto di Tolosa.
Ho trovato originale la resa di sfondi scenografici che rievocano quinte teatrali e che accolgono figure spigolose, “incise” sulla tela, quasi atemporali e sospese, che raccontano un male universale, quello che l’uomo ha fatto al suo prossimo, e che continuerà a fare, perché figlio di un odio distruttore della vita. Tolosa raffigura uomini vinti che si rifugiano nella nostalgia, vagando come anime smarrite in paesaggi altrettanto desolati e malinconici, senza tuttavia rinunciare alla loro dignità. Nei suoi quadri nulla è sottinteso, tutto si manifesta attraverso gli occhi dei personaggi raffigurati, che arrivano allo spettatore incisivi, intensi, vibranti, capaci di rapirlo e di trasportarlo nel proprio dolore, nella propria ineluttabile condizione d’infelicità e di sconfitta. Posso concludere dicendo che ho visto in Tolosa un figlio del neorealismo novecentesco, nella ricerca di un’arte figurativa d’immediata comunicazione storica, impegnata socialmente e che cerca un rapporto tra la coscienza dell’uomo e il suo vivere quotidiano.
Per l’organizzazione dell’evento ed allestimento della mostra si ringrazia la Dott.ssa Maria Concetta Vittoria. Per la concessione della location, si ringrazia l’associazione SISTO RIARIO SFORZA.
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