14 Ottobre 2016 - 14:04

Abbigliamento della donna: ecco perchè non deve essere motivo di stupro

abbigliamento

Nella società odierna l’abbigliamento femminile è altamente criticato in vari ambiti. Ma è giusto collegare questo con la violenza sulla donna?

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Abbigliamento. Una recente ricerca ha rivelato che attualmente fra l’opinione pubblica vige il concetto che se una donna viene violentata la colpa non ricade sull’uomo che ha effettuato l’atto ma ricade sulla donna stessa la quale, attraverso l’abbigliamento, ha indotto l’uomo ad abusare di lei.

Dunque si è diffusa la concezione che lo stupro è una conseguenza degli abiti succinti indossati. Ma la risposta a tale fenomeno è realmente questa? Molto probabilmente no.

Non è da sottovalutare che questi atteggiamenti possono avere delle ripercussioni sulla psiche della donna la quale trova sempre più difficoltà nel parlare della violenza subita a causa della paura di essere incolpata per quanto accaduto. Un episodio che possiamo riprendere in merito è la sentenza giudiziale del lontano 1999. Il giudice in quell’occasione aveva assolto un uomo di 45 anni, accusato di aver violentato una ragazzina di appena 18 anni per il semplice fatto che la ragazza al momento dell’atto indossava i jeans.

La giustificazione che aveva indotto il giudice e giungere a questa conclusione era l’idea che l’abbigliamento fosse difficile da strappare se non con la volontà del soggetto che li indossa.

Eppure la legge, la numero 65 del  febbraio 1996 parla chiaro: “Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe a taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni“. Nessun articolo della nuova legge sulla violenza sessuale fa cenno all’obbligo, per la donna violentata, di “difendersi con tutte le forze”; nessun comma ritiene che, in un processo per stupro, si possano usare termini come “logico” o “illogico” per giustificare l’eventuale atteggiamento passivo di una vittima di violenza sessuale.

Altra questione sulla quale dobbiamo prestare la nostra attenzione è la moda. In termini tecnici la moda indica uno o più comportamenti collettivi con criteri mutevoli. Ciò significa che nell’ambito dell’abbigliamento femminile si è tendenti a mostrare sempre più le curve del corpo perché la moda attuale propone abiti sempre più succinti e scoperti. Un esempio specifico in cui tale fenomeno si è evoluto particolarmente è il mondo televisivo.

Ad oggi siamo abituati ad assistere a programmi e reality dove la donna viene mostrata principalmente per le sue bellezze fisiche. Ciò ci fa comprendere che ella viene presentata sostanzialmente per le proprie doti fisiche anziché per le capacità intellettive.

Questo aspetto evidenzia quanto la società si sia evoluta e continui ancora oggi ad evolversi, determinando a sua volta un’ulteriore frattura fra il mondo occidentale e il mondo orientale, dove in quest’ultimo la donna è fortemente limitata nel mostrare la propria bellezza.

Coloro che giustificano atti inevitabilmente malati da parte di alcuni uomini sono semplicemente codardi nell’affrontare un problema che, ad oggi, è sempre più vivo e concentrato. Si preferisce come al solito non vedere, non ascoltare, non parlare, pur di non fare i conti con la realtà. Inoltre c’è da aggiungere che la relazione che viene posta fra l’abbigliamento succinto femminile e lo stupro è completamente errata ed incoerente, poiché non si può incolpare la donna nel voler essere violentata visto che a quel punto la donna stessa sarebbe accondiscendente al rapporto anziché manifestare sofferenza.

È anche vero che il mostrare in modo accentuato le curve femminili può indurre i soggetti a considerare la donna prettamente per le sue qualità fisiche anziché per la sua intelligenza, dunque si va a svilire una lotta che è attiva da anni ovvero: l‘emancipazione femminile.

Qui si entrerebbe in un’altra tematica da approfondire senza però avere collegamenti con la figura dello stupro.

Per tale ragione è giusto comprendere che lo stupro è un atto violento e sbagliato che va semplicemente punito senza giustificazioni o diverse interpretazioni. 

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