3 Marzo 2020 - 16:18

Altered Carbon 2: meno particolarità, più sostanza

Altered Carbon

In Altered Carbon 2, lo show prende una piega action e sci-fi senza tralasciare la sua natura cyberpunk. Ma le lotte di potere sono sempre al centro

Uno show davvero molto atteso e che ha regalato davvero ottime soddisfazioni. Seppur imperfetto, infatti, Altered Carbon aveva sorpreso più o meno tutti gli utenti Netflix, nel bene o nel male. Per la prima volta, un contesto fantascientifico con derive addirittura cyberpunk aveva preso piede sul piccolo schermo, mostrando la lungimiranza da parte del servizio streaming. Certo, stiamo parlando di una serie davvero particolare, non per tutti, ma estremamente coraggiosa nel suo intento.

La prima stagione aveva mostrato qualche crepa, soprattutto per i suoi ritmi completamente atipici, per una serialità ormai improntata sull’immediatezza e sul “tutto e subito”. E questa lezione, Altered Carbon 2, sembra averla incamerata bene. Infatti, nella seconda stagione assistiamo ad un gran cambio di stile. Nonostante tutto, però, alcune delle caratteristiche che avevano connotato la particolarità della serie sono rimaste inalterate, per la gioia (e non) degli spettatori. Da uno scenario molto più cupo e molto più consono alla natura “noir” anche dei libri di Richard K. Morgan (vero factotum del prodotto Netflix), si scivola verso territori già visti, ma non per questo meno affascinanti.

Certo, naturalmente a questa svolta ha contribuito anche un netto cambio di cast per questa seconda stagione. Se nella prima Joel Kinnaman aveva incarnato alla perfezione la natura “hard-boiled” di Takeshi Kovacs, in questa la sua “pila corticale” è affidata al più noto Anthony Mackie (il Falcon degli Avengers). Anche per questo motivo, la serie diventa più improntata all’azione, con meno chiacchiere e più spazio all’intrattenimento. Ma il viaggio resta comunque molto interessante.
Immergiamoci a fondo in questa “nuova” serie.

Lotte politiche e nuovi (vecchi) nemici

Altered Carbon 2 prende piede laddove era conclusa la prima stagione. Rispecchiando però la trilogia letteraria di Morgan, cambia contesto e anima. Trent’anni dopo il finale della prima stagione, Takeshi Kovacs (ora interpretato da Anthony Mackie), con la sua nuova custodia, fa ritorno sul Mondo di Harlan, il suo pianeta natale. Questo è stata la prima colonia fondata dall’umanità, dove fu creata la scienza che consentì ai Fondatori di creare le Pile corticali.

Il nostro eroe parte per una missione specifica: ritrovare la propria amata Quellcrist Falconer (Renée Elise Goldberry), che crede sia ancora viva. La sua ricerca lo porta a doversi confrontare con verità nascoste e a lungo taciute, che rischiano di far crollare l’intero ordine della società umana, raccolta nel Protettorato.

La pericolosità di Kovacs è tale che la famiglia a capo di questo pianeta, capeggiata da Danica Harlan (Lela Loren) e dal colonnello del Protettorato Ivan Carrera (Torben Liebrecht), non intende lasciare che Kovacs mini il loro potere, al punto di assumere una cacciatrice di taglie, Trepp (Simone Missick). Quest’ultima avrà il compito di stoppare la missione dello Spedi.

Definire i particolari di Altered Carbon

La seconda stagione di Altered Carbon si contraddistingue soprattutto per l’arricchimento della sua natura. Se da un lato, infatti, troviamo ancora una volta ambienti echeggianti del noir e del cyberpunk, dall’altro la serie si affaccia ad una scrittura più immediata e improntata all’azione. La scelta paga, perché garantisce alla serie una visione ancora più originale e meno “stereotipata” del genere. Il bilanciamento dei due aspetti accontenta tutti, garantendo ancora più intrattenimento e ulteriore meraviglia tecnica.

Non si può nascondere, infatti, che il vero punto di forza di Altered Carbon 2 sia l’eccellente impianto visivo. Tra effetti speciali d’impatto, fotografia al neon curata in maniera eccelsa, scenografie alternate, degradate e luminose, la serie raggiunge quasi la perfezione dal punto di vista tecnico. La regia è curata, sapiente, molto più dinamica (anche per via dei toni action) ma non per questo meno particolare. Alcuni scorci restano davvero ottimi, a testimonianza della mole di lavoro svolta pedissequamente sui particolari.

Altro grande merito è lo spazio donato ai personaggi secondari. La scrittura resta comunque dettagliata (anche se poco ponderata), dando respiro e scena e mettendo in luce la grande sorpresa di questa stagione: Chris Conner. Il suo Poe, intelligenza artificiale, diventa specchio dell’animo umano, costretto a destreggiarsi tra mille difficoltà e a dover maturare la propria identità. E, su schermo, riesce a far trasparire ottimamente tutte le emozioni di un “robot”. Anche le tre figure femminili della storia, ovvero Loren, Goldberry e Missick offrono prove davvero interessanti, sfaccettate e con il giusto spazio per esprimersi.

Meno fascino, più ridondanza

Se è vero che Altered Carbon diventa molto più fruibile grazie al suo cambio di stile, è anche vero che perde inevitabilmente molto del suo fascino. Infatti, tutte le novità che erano legate ad un panorama seriale avaro di rappresentazioni futuristiche e tecnologiche, a causa di questa svolta, si attenuano inesorabilmente. Ne risente anche l’immaginario globale dell’intera serie.

La ricerca dell’azione diventa ridondante e un po’ monotona alla distanza, garantendo sicuramente più equilibrio ma anche più monotonia. Altro punto “dolente” della seconda stagione di Altered Carbon risiede nel suo protagonista. Sebbene Anthony Mackie regali un’interpretazione più “umana” e credibile a Kovacs, la scrittura del personaggio principale della serie risulta penalizzata. L’aura di mistero che risiedeva attorno alla figura “hard-boiled” di Joel Kinnaman lascia spazio ad una sua istituzione più classica e meno particolare.

Intendiamoci, il prodotto Netflix resta comunque uno dei migliori originali dell’intera piattaforma. Nonostante questo, però, i difetti che avevano caratterizzato la prima stagione in qualche modo si ampliano e diventano un po’ più difficili da coprire. Comunque, la serie resta consigliata a chiunque abbia bisogno di qualcosa di diverso.