Apnea notturna e incidenti stradali. A rischio la patente
Secondo uno studio, l’apnea notturna provoca deficit di attenzione diurno ed il rischio di incidenti è 3 volte maggiore. L’UE impone il ritiro della patente
I disturbi del sonno e la privazione del sonno, in questa società sempre più vivace e attenta, sono problemi molto diffusi. Sarà capitato a chiunque di non riuscire a cadere tra le braccia di Morfeo per un pensiero fisso, oppure di dover rinunciare ad alcune ore di sonno pur di finire un lavoro. Da oggi però è ufficiale: chi soffre di disturbi del sonno associati ad apnea notturna, ha delle probabilità maggiori di avere degli incidenti stradali.
Secondo uno studio del dott. Sergio Garbarino del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Salute e del docente di Medicina del Lavoro Nicola Magnavita dell’Istituto di Salute Pubblica dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma, l’insonnia e le apnee notturne aumentano di 3 volte il rischio di incidenti stradali.
Cos’è l’apnea notturna
L’apnea notturna è un disturbo del sonno in cui durante la notte le vie aeree superiori si ostruiscono e il respiro si sospende per alcuni secondi provocando anche una bassa saturazione dell’ossigeno nel sangue. Nel momento in cui il cervello si accorge di questo deficit, provoca un breve risveglio chiamato arousal, al fine di far riprendere la corretta respirazione. Quando questo fenomeno si ripete per più di 10 volte, viene diagnosticata la sindrome da apnea notturna.
Chi ne soffre
Secondo lo studio, il disturbo è maggiormente diffuso nella popolazione maschile tra i 30 e i 60 anni. Le probabilità aumentano nei soggetti in forte sovrappeso od obesità ed è indipendente dalla roncopatia (russamento), che invece non produce effetti negativi sulla salute. Ipertensione, sedativi, sindrome metabolica, fumo e diabete sono anch’essi connessi alle apnee notturne.
Cosa comporta
I già citati arousal, inducendo un brusco risveglio, seppur breve e inconsapevole, provocano una scarsa qualità del sonno. Questo comporta sonnolenza diurna, deficit di attenzione, scarsa produttività sul posto di lavoro e il rischio di incidenti automobilistici aumenta di 3 volte.
Rimedi e cura
Sebbene la diagnosi sia semplice, non è possibile farla tramite un esame oggettivo del medico. Sono spesso i familiari dei pazienti a rilevare questi episodi notturni. Quando diagnosticata, l’apnea notturna può essere curata innanzitutto con la perdita di peso. Nei casi più gravi si ricorre ad una maschera che aiuta la respirazione o alla chirurgia.
Lo studio pubblicato su PLOS ONE, fa parte del “Progetto CNH Iveco Industrial Check-Stop”, che su scala internazionale si occupa della sicurezza stradale. Ha coinvolto 949 autotrasportatori ed è lo studio su una singola categoria di lavoratori più ampio mai fatto.
Attualmente in Italia è previsto il ritiro della patente nei casi conclamati di apnea notturna. Questo in seguito ad una direttiva Europea del 1° luglio 2014 che recita: “il richiedente o il conducente in cui si sospetti una sindrome da apnea ostruttiva notturna deve essere sottoposto a un consulto medico approfondito prima dell’emissione o del rinnovo della patente di guida”.
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