Probiotici: i batteri buoni che aiutano il nostro organismo
Il termine “batteri” o, nella sua versione più datata, “battere” ha principalmente una connotazione negativa nell'immaginario collettivo, venendo etichettato come un nemico giurato del nostro organismo, e veicolando un’idea di incuria, sporcizia, trascuratezza, rischio di infezioni e, conseguentemente, del diffondersi di virus e malattie che possono mettere alla prova, più o meno duramente, il nostro organismo.
Il termine “batteri” o, nella sua versione più datata, “battere” ha principalmente una connotazione negativa nell’immaginario collettivo, venendo etichettato come un nemico giurato del nostro organismo, e veicolando un’idea di incuria, sporcizia, trascuratezza, rischio di infezioni e, conseguentemente, del diffondersi di virus e malattie che possono mettere alla prova, più o meno duramente, il nostro organismo.
In realtà i batteri, biologicamente, sono microrganismi procarioti unicellulari (quindi composti da una sola cellula) di dimensioni infinitesimali, ovviamente invisibili a occhio nudo ma da cui siamo composti e, inevitabilmente, completamente circondati.
Possono vivere (e sopravvivere) anche a bassissime così come ad elevatissime temperature, anche in luoghi impervi e in climi inospitali, si riproducono senza necessità di accoppiamento ma per semplice mitosi o divisione cellulare (da un batterio se ne ottengono così due uguali) e possono avere differenti forme: sferica, a bacillo, a virgola, a spirale o arricciata, in quest’ultimo caso definita evocativamente “a cavatappi”.
Queste minuscole forme di vita non sono tutte nocive per il nostro organismo, anzi! Una buona parte di esse svolge una funzione determinante e preziosa per il nostro corpo, agendo per esempio benevolmente sul nostro intestino, dando man forte, regolando e garantendo equilibrio alla cosiddetta flora batterica intestinale.
Ecco che quindi tra i batteri “buoni” troviamo i probiotici, veri e propri primi attori dell’attività che si sviluppa nel nostro intestino, con la loro azione di tutela e rafforzamento.
Prendono il loro nome dal greco pro e bios, letteralmente “per, a favore della vita” e sono stati così definiti per la prima volta nel 1965 dagli scienziati Lilly e Stillwell che li descrissero come “elementi secreti da un organismo in grado di stimolare la crescita di un altro organismo”, tesi già introdotta dal biologo russo, premio Nobel per la Medicina nel 1908, Elie Metchnikoff e poi rinfrancata anche dall’americano Roy Fuller nel 1989, che ne consacrò definitivamente l’azione positiva sull’organismo che li ospita.
I probiotici sono microrganismi viventi per cui la loro funzione, nomen omen, è completamente “attiva”, contrastando i batteri dannosi in una lotta definita di antagonismo biologico, favorendo l’assimilazione di alcuni alimenti in prima istanza non digeribili per noi e producendo e sintetizzando elementi importantissimi, come la vitamina K, responsabile di una corretta coagulazione del sangue oltre a promuovere lo sviluppo di proteine specifiche indispensabili per il rafforzamento della presenza di calcio nell’apparato scheletrico e in altri tessuti.
Caratteristiche e Funzioni
Quali sono le armi che un buon probiotico deve portare con sé nella lotta ai suoi “cugini”, i batteri nocivi all’interno dell’intestino?
Innanzitutto la resistenza. Un probiotico deve saper sopravvivere all’azione digestiva che il nostro intestino mette in atto nell’assimilare le sostanze nutritive che l’organismo ingerisce.
Deve quindi dimostrarsi resistente al “bombardamento” a tappeto di succhi gastrici, sali biliari e all’azione degli enzimi intestinali, oltre naturalmente a far fronte ai batteri nocivi a cui abbiamo fatto riferimento.
In seguito, un’altra caratteristica importante è la regolarità, intesa come, oltre alla costante presenza nell’intestino, la capacità di difendere l’organismo da agenti patogeni nocivi non innescando reazioni immunitarie che potrebbero risultare dannose.
Infine, la capacità di adattamento, aderendo alle cellule dell’intestino per “colonizzarle” nuovamente, con l’intento di proteggerle.
Proprio a questa capacità si lega una delle funzioni, e dei benefici, più rilevanti dei probiotici, e cioè quella di “ricolonizzare” l’intestino dopo un’infiammazione dovuta a un virus o un indebolimento generale in seguito all’assunzione di farmaci specifici o altre cause ancora.
Oltre il 70% del nostro sistema immunitario si origina proprio nell’intestino ed ecco che, una digestione difficoltosa può condurre a cascata a una generale spossatezza o a un’inclinazione a contrarre malattie e infiammazioni che genera inevitabilmente ripercussioni negative su tutto il nostro corpo.
I probiotici agiscono così sulla flora batterica dell’intestino riportando l’equilibrio con la loro azione specifica sul pH, mirando a ricreare un benessere generale per l’organismo.
I benefici dei probiotici si riflettono, partendo dall’intestino, su larga scala in diverse aree del nostro corpo. Per esempio, oltre a supportare le funzioni digestive, evitano l’insorgere di infiammazioni (non solo a livello intestinale), si rendono efficaci nella lotta ad alcune malattie a trasmissione sessuale come la candida e aiutano l’organismo a recuperare la salute al meglio dopo febbri e influenze.
Si rivelano validi anche da un punto di vista estetico donando forza e lucentezza ai capelli e producendo effetti benefici sulla pelle in termini di elasticità e morbidezza.
Probiotici: dove trovarli?
I probiotici possono essere inclusi in diversi tipi di prodotti commestibili, a partire da alcuni cibi specifici fino ad appositi medicinali, integratori alimentari come quelli proposti nello shop online di S&R Farmaceutici, e supplementi dietetici.
Si distinguono in differenti categorie, definite ceppi, tra cui ricordiamo gli eubatteri, i bifidobatteri (tra di essi il celebre bifidobacterium, commercialmente conosciuto come bifidus) e i lactobacilli.
Alcuni di essa hanno una doppia funzione benefica, proprio come il famoso lactobacillus, appartenente all’ultima categoria, un batterio lattico che esercita un duplice ruolo: partecipa alla gestione della flora intestinale batterica, e agisce direttamente sugli alimenti, come nel caso dello yogurt, nell’attività di fermentazione necessaria per ottenere il prodotto finale.
Alimenti ricchi di probiotici sono per definizione alcuni latticini, tra cui per l’appunto lo yogurt classico, il kefir (un particolare yogurt liquido fermentato di origine turca, ricco di minerali e vitamine B) e alcuni formaggi fermentati.
Il thé kombucha, bevanda tradizionale cinese cui vengono attribuiti straordinari effetti benefici terepaeutici è una bevanda fermentata ottenuta da un mix di lieviti, funghi, zucchero e aceto di mele, il tutto amalgamato al té per realizzare una bevanda famosa fin dall’antichità per le sue proprietà curative.
Contengono probiotici anche prodotti derivati dalla lavorazione di cereali e paste, come il miso, ricavato dai fagioli gialli, disponibile in erboristeria e spesso consigliato proprio a chi soffre di evidenti problemi digestivi, in quanto indicato a rimuovere eventuali incrostazioni formatesi sulle pareti dell’intestino.
Il tempeh, originario dell’isola indonesiana di Java, definito “carne di soia” è poi un derivato dai germogli del cereale, fermentato in una sorta di focaccia dall’aroma di funghi e noci dotata di un elevato valore proteico e nutritivo.
Un posto particolare in questo elenco lo occupano infine i crauti, che spesso associamo come un alimento non particolarmente salutare, accompagnato dai tradizionali wurstel e da una birra fresca, ma che in realtà, se assunto singolarmente, è in grado di innescare effetti benefici sull’organismo.
I crauti sono infatti una verdura originata dalla fermentazione del cavolo cappuccio, contengono vitamina C in ottime quantità a una bassa concentrazione di calorie.
Per concludere, quando si tratta di aiutare la digestione, ritrovare regolarità e riequilibrare l’intestino, i probiotici sono una presenza indispensabile, svolgendo una funzione equilibratrice e apportando vantaggi e benefici all’intero nostro organismo.
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