Bolzaneto, la dignità non si concilia
Lo Stato italiano, tramite il ministero degli Esteri, ha fatto pervenire alla Corte Europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo la richiesta di “conciliazione amichevole” al fine di concludere il ricorso presentato da 31 manifestanti a seguito delle violenze subite nella caserma di Bolzaneto. L’Italia ha proposto una cifra di 45 mila euro catalogata come “risarcimento per i danni morali subiti”: richiesta subito rispedita al mittente da parte dei ricorsisti
[ads1]“Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti“, questo il contenuto dell’articolo 3 della Convenzione Europea per i diritti dell’uomo entrata in vigore nel 1953.
“Quello che è accaduto a Bolzaneto è stata una sospensione dei diritti, un vuoto della Costituzione. Ho provato a parlarne con dei colleghi e loro sai che rispondono: che tanto non dobbiamo avere paura, perché siamo coperti. Il cancello si apriva in continuazione, dai furgoni scendevano quei ragazzi e giù botte. Li hanno fatti stare in piedi contro i muri. Una volta all’interno gli sbattevano la testa contro il muro. A qualcuno hanno pisciato addosso, altri colpi se non cantavano faccetta nera. Una ragazza vomitava sangue e le kapò dei Gom la stavano a guardare. Alle ragazze le minacciavano di stuprarle con i manganelli..” questa invece la testimonianza di un poliziotto pentito ma rimasto anonimo, trascritta su Repubblica il 26 luglio 2011.
Si provi ora, in virtù di terza parte, a mettere in relazione l’articolo 3 della Cedu e le dichiarazioni di un testimone di Bolzaneto. Se qualcuno ancora avesse dei dubbi su chi ha sbagliato cosa, la lettera inviata dal Ministero degli Esteri alla Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo per “conciliare” con i manifestanti ricorsisti non lascia più adito a discussione alcuna:
“I gravi e deplorevoli atti commessi dagli agenti di polizia a Bolzaneto costituiscono dei crimini.”
E allora? Perché tutti impuniti? Perché mercificare in denaro la dignità di qualcuno, riconosciuto parte lesa? Perché in Italia non è ancora stato istituito il reato di tortura, nonostante il nostro Paese è stato bacchettato nell’aprile scorso dallo stesso tribunale? Forse tutto questo va letto attraverso il filtro delle dichiarazioni del poliziotto pentito:
“Ho provato a parlarne con dei colleghi e loro sai che rispondono: che tanto non dobbiamo avere paura, perché siamo coperti“
Siamo tutti spettatori indignati di questo triste spettacolo: l’autorizzazione alla violenza di Stato. Come se non bastasse poi,nella sentenza Cestaro la stessa Corte Europea per i diritti dell’uomo scrisse” si è inoltre rammaricati del rifiuto opposto dalla polizia italiana di cooperare con la magistratura per identificare gli agenti protagonisti delle violenze.” Omertosi tutti, in pieno stile mafioso.
Ma forse uno spiraglio di luce c’è: i manifestanti hanno rifiutato il risarcimento. Alcuni dei loro legali hanno inviato delle dichiarazioni ufficiali come l’avvocato Emanuele Tambuscio, che spiega: “La richiesta del governo è dovuta al fatto che è molto alta la probabilità che si arrivi a una sentenza di condanna dello Stato italiano”,oppure le dichiarazioni di Riccardo Passeggi, altro legale impegnato nella vicenda: “Non abbiamo bisogno delle elemosine del governo italiano. Nessuno ha mai chiesto scusa per i fatti di Bolzaneto. Lo Stato italiano deve istituire il reato di tortura”.
Perché proprio questo fa male nella mente e nei cuori delle vittime di Bolzaneto, più delle botte subite, più della pipì che ti scorreva in faccia: la completa impunità di chi ha commesso e permesso tutto questo. [ads2]
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