Brasile, l’ex Presidente Lula è il favorito per le elezioni del 2022
Dopo essere stato riabilitato, Lula si riaffaccia sulla scena politica brasiliana in gran forma. Bolsonaro farà affidamento sui reazionari
Tutte le accuse a carico di Luiz Inacio “Lula” da Silva sono cadute, cancellate dalla Corte Suprema del Brasile. Ergo, l’ex Presidente del Brasile torna candidabile per le prossime elezioni. La notizia ha subito destato molto clamore in Brasile, alle prese con una situazione drammatica, a causa della discutibile gestione pandemica voluta da Bolsonaro. Secondo un sondaggio realizzato dall’istituto Intelligence ricerca e consulenza, Lula sarebbe in vantaggio di ben 12 punti su Bolsonaro. Lula era in vantaggio anche durante le ultime elezioni del 2018. Fu estromesso dalla competizione elettorale a causa delle sue condanne.
Il giudice Edson Fachin ha annullato le condanne di Lula per incompatibilità territoriale e materiale del giudice federale dello Stato del Paranà che aveva in consegna il caso. Pertanto, Lula ora è prosciolto da tutte le accuse, e il processo dovrà iniziare da capo, anche se prima di una condanna arriverà sicuramente la prescrizione. Oggi sappiamo, grazie a una ricostruzione del giornale The Intercept, che le prove con cui è stato accusato e condannato Lula sono completamente false, fabbricate ad arte dalla procura e dal giudice. Lo scopo di questa operazione era proprio quello di impedire a Lula di candidarsi alle elezioni, favorendo così il suo sfidante Bolsonaro. La tesi di The Intercept ha trovato poi conferma quando la Corte Suprema ha acquisito dei messaggi tra procuratori e giudice coinvolti nel processo di Lula, arrivando infine all’annullamento delle condanne.
Si ribalta la situazione
La riabilitazione di Lula non ha solo riabilitato l’ex Presidente, ma ha anche svelato un complotto ai suoi danni. A beneficiarne fu Bolsonaro, il quale ha portato avanti politiche assai discutibili. Welfare, economia, ambiente, Amazzonia, esteri, gestione pandemica. Non c’è un solo ambito in cui Bolsonaro non abbia fatto discutere. E in cui non abbia attirato critiche molto pesanti. Lula era ed è molto amato dai cittadini, e la sua odissea ne faranno senza dubbio un martire agli occhi dell’elettorato. Bolsonaro, d’altra parte, parte decisamente più svantaggiato, affondando fino alle ginocchia nel pantano che lui stesso ha creato.
Al momento, non è chiaro se Lula si candiderà in prima persona o se intenda appoggiare un altro candidato della galassia di sinistra. Quel che è certo, è che la campagna elettorale sarà dura, fortemente inquinata dall’epilogo a sorpresa delle vicende giudiziarie di Lula e dai fallimenti miserabili di Bolsonaro. Questo significa anche che Bolsonaro si stringerà ancor di più allo zoccolo duro del suo elettorato, quello più reazionario e sovranista. Ciò preoccupa molto imprese e mercati, perché Bolsonaro potrebbe cercare di portare quanti più cittadini possibile dalla sua parte con mance economiche di stampo populista, totalmente inutili sul lungo periodo.
Un ultimo attore, invisibile, ma non per questo assente, sono i militari. In Brasile, le forze armate hanno ancora un potere enorme, sebbene la dittatura sia finita a un pezzo. Hanno un partito-ombra, che in questo momento storico potrebbe diventare determinante per lo scacchiere politico brasiliano. E non è detto che appoggeranno Bolsonaro: anche tra i colonnelli e i generali sono in molti ad aver capito che è il vaccino l’arma più potente in questo momento. Lula, o chiunque sfiderà Bolsonaro, lo farà con un approccio decisamente più pro-scienza dell’attuale Presidente.
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