Nel calcio conta più l’individualità o il gruppo? La risposta è nelle statistiche
Questa è una delle domande sul calcio che ossessionano di più i tifosi e gli addetti ai lavori, perché nell’arte del pallone contano tutti i fattori contingenti che determinano gli episodi nei 90 minuti (più recupero) all’interno di una competizione, torneo o campionato.

Questa è una delle domande sul calcio che ossessionano di più i tifosi e gli addetti ai lavori, perché nell’arte del pallone contano tutti i fattori contingenti che determinano gli episodi nei 90 minuti (più recupero) all’interno di una competizione, torneo o campionato.
Abbracciando le statistiche all time è possibile delineare le scommesse sportive più prestigiose vinte o perse da singoli calciatori, allenatori, club e Nazionali, in una sintesi di dati che raccontano il calcio in ogni minimo dettaglio.
Questione di fortuna o questione di tattica? Ogni elemento di questo sport danza insieme alla palla che rimbalza nel campo tra bomber e portieri.
Il fattore Maradona inquadrato nello show tattico
In una carriera fatta di vittorie attraverso imprese spettacolari, quando si parla del fattore Maradona non ci si riferisce solo ed esclusivamente al D10S del calcio, perché riguarda ogni impresa tecnica folle, straordinaria e impossibile, che un singolo calciatore riesce a realizzare in campo.
Basta fare alcuni nomi per comprendere appieno il talento che un calciatore può esprimere nel gioco, per esempio le rovesciate acrobatiche a trazione taekwondo di Ibrahimovic, le bombe micidiali di Francesco Totti, la classe immensa di Pirlo e Del Piero quando disegnavano capolavori su punizioni. Provate a prendere quella Pulce Atomica indiavolata di Messi, o provate a battere un portiere totalmente folle ma tatticamente efficace come Higuita: tutto questo descrive perfettamente il fattore Maradona.
Il numero 10 per eccellenza disegnò il suo massimo capolavoro nel match di Messico ‘86 contro l’Inghilterra: tutta l’essenza del calcio e di Maradona, è racchiusa in quei quattro minuti dal 51esimo al 55esimo, quando Diego prima segna di mano, dimostrando scientificamente il valore assoluto dell’astuzia in campo, poi ci presenta quello che è stato definito il gol del secolo, una corsa infinita da metà campo, per dribblare tutto l’Universo e cadere tra i calci dei difensori inglesi, soltanto un attimo dopo aver toccato la palla quanto basta, per mandarla in rete.
Soltanto le immagini in video del gol del secolo possono gratificare gli occhi e il cuore per comprendere questo fattore che, nel calcio, è di sublime importanza.
La parabola degli Azzurri 2006: la forza del gruppo
Durante il Mondiale 2006 disputato in Germania, Marcello Lippi è riuscito ad applicare il valore dei singoli calciatori per un assetto di gruppo, moltiplicando la loro forza e trasformandola in potenza per alzare la quarta Coppa del Mondo con la Nazionale Azzurra.
Talenti puri come Buffon, Pirlo, Del Piero, Totti, Toni, Zambrotta, Camoranesi, un giovanissimo De Rossi e persino il più grande uomo spogliatoio mai sceso in un campo di calcio, Angelo Peruzzi: spariscono nel gruppo per apparire soltanto nel momento più propizio.
L’esempio Materazzi, subentrato soltanto per l’infortunio di Nesta e diventato artefice di una finale stratosferica, è la colla che unisce forza di gruppo e talento del singolo.
L’epopea dei record più micidiali nell’orizzonte statistico del calcio
Nella storia del pallone sono le statistiche a scrivere le epopee più significative, ma i numeri provengono sempre da azioni meravigliose, talenti artistici che mettono insieme intelligenza tattica e imprevedibilità spettacolare.
Le 58 giornate senza mai perdere in Serie A del Milan dal 1991 al 1993 sono frutto di una combo Allenatore più singoli uguale gruppo, così come nella Nazionale Italiana 2006, persino il Blasone della Vecchia Signora in Serie A e del Diavolo in Champions, è frutto di questa equazione, che rimane l’essenza pura del calcio giocato e vinto negli stati italiani e internazionali.
Individualità e forza di gruppo in una squadra di calcio sono come due forze che spesso si allontanano ma restano sempre legate indissolubilmente fra di loro. Tra un fattore Maradona e un capolavoro di Marcello Lippi, si esprime la forma più perfetta di questa equazione, che attualmente, è la formula magica che Ancelotti sta mettendo in pratica al Real Madrid.
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