12 Aprile 2016 - 13:09

Il Caravaggio sepolto, ora blindato in Francia

Caravaggio

Un Caravaggio inedito o falso? A Toulouse un ritrovamento che ha dell’incredibile apre un nuovo scenario su Giuditta che decapita Oloferne, opera nota del celeberrimo pittore italiano. Ecco cosa è emerso dalla presentazione alla stampa francese della blindatissima tela

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Il Caravaggio, nato Michelangelo Merisi (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610), torna in auge dopo la riuscitissima lectio magistralis di questa domenica 10 Aprile di Vittorio Sgarbi al Palazzo Reale di Monza. Infatti il Merisi rimbalza ora ad onor di cronaca per una notizia da milioni di euro.

Giuditta che decapita Oloferne del 1599

Giuditta che decapita Oloferne del 1599

La stampa parigina è stata invitata all’odierna presentazione di un quadro, che potrebbe essere attribuito a Caravaggio, ritrovato nella regione francese di Toulouse (Tolosa).

Il quadro, un olio su tela che rappresenta Giuditta che decapita Oloferne, blissa la nota tela del Caravaggio esposta a Roma a Palazzo Barberini (la Galleria Nazionale d’Arte Antica).

La Giuditta che decapita Oloferne a noi nota è del 1599: qui Caravaggio rappresenta l’episodio biblico della decapitazione del condottiero assiro Oloferne da parte della vedova ebrea Giuditta – ruolo in cui venne raffigurata la cortigiana Fillide Melandroni, amica dell’artista – che voleva salvare il proprio popolo dalla dominazione straniera.

La Giuditta del 1599 è riluttante all’esecuzione ma viene incitata dalla serva, mentre negli occhi di Oloferne si diffonde l’orrore della morte. La tela ritrovata a Toulouse è simile ma più cruenta: si invertono le posizioni delle figure femminili, inoltre la Giuditta è vestita di nero ed ha uno sguardo risoluto, rivolto frontalmente allo spettatore, mentre Oloferne è ritratto nell’ultimo gemito afono, intriso di rabbia.

Il Caravaggio sepolto ora è blindato in FranciaDai primi esami il dipinto, che presenta un ottimo stato di conservazione, nonostante l’incuria del tempo, risalirebbe al 1604-1605 e la sua autenticità sarebbe confermata storicamente da un quadro di Louis Finson, oggi esposto a palazzo Zevallos a Napoli.

Infatti il pittore fiammingo, seguace del Caravaggio, all’inizio del Seicento propose una versione con la Giuditta vestita di nero, citando poi l’inedito lavoro del maestro nel proprio testamento.

La scoperta non è recentissima, infatti risale al 2014, quando durante dei lavori per una perdita d’acqua, in un casolare nella campagna di Toulouse, il dipinto ignorato è stato trovato “sepolto” dietro un muro da secoli di incompetenza e oblio.

Il presunto Caravaggio, appartenuto probabilmente ad un avo dei proprietari del casolare, partito come ufficiale al seguito di Napoleone in Italia, è stato oggetto delle attenzioni del Ministero della cultura francese, che, dichiarandolo “tesoro nazionale”, ha diramato il divieto di esportarlo per trenta mesi.

Intanto il Louvre che ha intenzione di acquistare la nuova versione di Giuditta e Oloferne è a caccia di fondi e sponsor privati, dato che il valore stimato dell’opera, alla conferma dell’autenticità – le perizie sono state affidate agli esperti della società Eric Turquin si aggirerebbe intorno all’esorbitante cifra di 120 milioni di euro.

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