3 Luglio 2019 - 13:25

Carola Rackete, il GIP smonta il Decreto Sicurezza

Sea Watch 3 Carola Rackete Matteo Salvini

Per Carola Rackete si tratta del primo giorno di libertà dopo l’arresto per la Sea Watch. Il GIP ha negato il nullaosta per l’espulsione

Un incontro con i suoi legali per decidere le prossime mosse, poi qualche giorno di riposo prima di tornare ad Agrigento. Un’ipotesi di reato per la quale, dopo il verdetto della giudice delle indagini preliminari di Agrigento Alessandra Vella, affronterà il suo destino con molta più serenità. Carola Rackete è tornata libera, ma non potrà ancora tornare a casa. La Procura, infatti, ha già negato il nullaosta per l’espulsione per esigenze di giustizia.

Le tredici pagine di provvedimento emanate dalla Vella, infatti, oltre a giustificare la manovra compiuta dalla ONG con la quale la comandante della Sea Watch 3 ha disobbedito all’ultimo alt rischiando di schiacciare contro il molo di Lampedusa una motovedetta della Guardia di Finanza, fissa altri principi fondamentali per tutte le navi di soccorso. Anche per Open Arms, Mediterranea e Sea Eye, che sono tornate nel Mediterraneo.

Le direttive ministeriali sui porti chiusi e il divieto di ingresso in acque territoriali non possono essere applicati. Una nave che soccorre migranti non può essere giudicata offensiva per la sicurezza nazionale e il comandante di quella nave ha l’obbligo di portare in salvo le persone soccorse. In ogni caso, la violazione del divieto viene punito dal decreto solo con la sanzione amministrative e non più penale.” ha scritto la GIP.

L’attracco al porto di Lampedusa appare conforme al testo unico per l’immigrazione nella parte in cui fa obbligo al capitano e alle autorità nazionali indistintamente di prestare soccorso e prima assistenza allo straniero rintracciato in occasione dell’attraversamento irregolare della frontiera.” ha poi concluso.

Insomma, il caso di Carola Rackete sembra essere stato risolto. E il Decreto Sicurezza continua a fare acqua da tutte le parti.