5 Aprile 2016 - 18:38

Cento anni fa nasceva Gregory Peck

Peck

Californiano purosangue, Gregory Peck fu il primo attore nato nello “stato del cinema” a vincere un Oscar. Nato a La Jolla da un farmacista irlandese e da una maestra scozzese, divenne molto presto il campione dell’America buona. Mai invadente, e sempre dritto e sincero, nel 1953 trionfò ad Hollywood al fianco di Audrey Hepburn in Vacanze Romane, il film di William Wyler scritto in segreto dal comunista Dalton Trumbo

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Al cinema che conta Gregory Peck ci arrivò piuttosto tardi, precisamente nel 1944, quando interpretò il ruolo di un partigiano nel film “Tamara: la figlia della steppa“, di Jacques Torneur.

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Gregory Peck e Audrey Hepburn nella famosa scena della Vespa

Nel ’44 Peck aveva ormai quasi trent’anni e alle spalle una vita abbastanza agiata per quanto non facile, e la passione per il cinema gli venne trasmessa da una nonna volitiva che gli fece scoprire non solo il mondo della celluloide ma anche i più famosi pièces teatrali di quel tempo.

Era figlio di un’insegnante scozzese e di un farmacista irlandese, Gregory Peck, e sin da piccolo fu costretto a fronteggiare le difficoltà di una famiglia che si separò quando lui aveva solo cinque anni, forgiandogli un carattere insicuro che non lo avrebbe abbandonato per tutta la vita, ma che tuttavia sarebbe stato abilmente mascherato da uno sguardo dritto e sincero, mai invadente, portato in tutti i ruoli che egli interpretò.

Peck, comunque, nella “sfortuna” di un’infanzia difficile, fu  fortunato perché, grazie ad un incidente alla schiena che gli era occorso durante una lezione di danza con la famosa ballerina americana Martha Graham, riuscì ad evitare il servizio militare e la Seconda Guerra Mondiale e a fare, invece della guerra, un bel viaggio a New York, dove, nel 1938 fu folgorato da una pièce teatrale famosissima in America: “I married an angel“.

Tornato in California, si iscrisse alla Neighborhood Playhouse, una scuola di recitazione, della quale divenne la star indiscussa.

Finì così, terminato il conflitto, in abito talare nel film “Le chiavi del Paradiso“, che gli valsero la prima nomination all’Oscar, l’amicizia con Alfred Hitchcock e alla competizione con l’altro grande attore del suo tempo, Cary Grant.

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Gregory Peck nei suoi ultimi anni

Dei due, ancora oggi è molto difficile dire chi sia il migliore, ma certo è che i due si combatterono sul set interpretando ruoli indimenticabili, e recitando entrambi al servizio del geniale regista britannico: in Intrigo Internazionale Cary Grant e in Io ti salverò Gregory Peck.

E di fatto tra i due la scelta fu sempre difficile, per quanto Grant fosse decisamente più “duro”, mentre Peck aveva quello sguardo che conquistava e quel suo timido sopracciglio che finì per stregare la bellissima Audrey Hepburn in quello che fu uno dei film di Gregory Peck più importanti: quel Vacanze Romane che valse l’Oscar a Dalton Trumbo, lo sceneggiatore comunista che finì davanti alla commissione McCarthy per le sue simpatie filosovietiche.

Purtroppo la carriera di Peck finì anche abbastanza presto, perché dopo gli anni Sessanta la sua carriera calò, e dopo il suo straordinario “Il buio oltre la siepe“, per il quale vinse l’Aca

demy, Peck interpretò ruoli via via più marginali, fino a chiudere la sua carriera con il remake di “Cape Fear: il promontorio della paura” fatto da Martin Scorsese.

Oggi avrebbe fatto cent’anni, Gregory Peck e noi lo ricordiamo doverosamente anche in quanto simbolo della Dolce Vita che fece innamorare del nostro paese gli americani di tre generazioni: il suo viaggio in vespa per le strade di una Roma bellissima e misteriosa sono un legame indimenticabile con la sua figura.

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