31 Marzo 2017 - 23:18

Christopher Walken, l’antidivo di Hollywood compie 74 anni

Christopher Walken, l'antidivo che oggi compie 74 anni

Christopher Walken, attore di culto e feticcio di Cimino e Abel Ferrara, noto per le sue interpretazioni eccentriche e di personaggi instabili, compie 74 anni #AccadeOggi

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Christopher Walken, all’anagrafe Ronald Walken (New York, 31 marzo 1943), è nell’immaginario collettivo l’eccentrico per eccellenza, l’antidivo di Hollywood.

Christopher Walken, l'antidivo che oggi compie 74 anniHa il fascino enigmatico e maledetto da attore tormentato, segnato da un volto ispido e a tratti ambiguo, e dall’eterocromia di uno glaciale e perduto: ma nella realtà non è niente di tutto ciò.

Il suo debutto cinematografico è legato al film di Robert Frank Me and My brother del 1969, ma il primo successo, che lo fa emergere realmente dall’anonimato, arriva con Io & Annie di Woody Allen, interpretando il fratello con manie suicide di Diane Keaton.

La consacrazione arriva poi con l’Oscar come miglior attore non protagonista per Il cacciatore di Cimino. La guerra nel Vietnam mutila i suoi soldati nel corpo e nello spirito: nei panni di Nick, Christopher Walken decide di rimanere nell’inferno di Saigon, e nelle sue bettole rischia ogni sera la sua vita alla roulette russa. Una pallottola sola in canna, ogni volta un avversario diverso, finché arriva l’inevitabile incontro con il destino, sotto gli occhi inorriditi di Mike (Robert De Niro). Cimino poi lo rivuole per I cancelli del cielo.

Christopher Walken, l'antidivo che oggi compie 74 anni

La misteriosa morte di Natalie Wood, con la quale Christopher Walken stava girando Brainstorm – Generazione elettronica di Douglas Trumbull, e la sua stessa presenza sullo yacht della vittima nella notte del 28 novembre 1981, su cui la polizia non riuscì mai a fare chiarezza, alimentò intorno a lui l’alone di attore maledetto.

David Cronenberg ovviamente ne fu terribilmente attratto, scritturandolo per il tormentato sensitivo de La zona mortafilm tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King.

Christopher Walken, l'antidivo che oggi compie 74 anniWalken sarà poi Max Schreck in Batman – Il ritorno di Tim Burton, per il quale reciterà ancora nel 1999 nel ruolo del Cavaliere senza testa ne Il mistero di Sleepy Hollow.

Ma il fulcro della sua carriera rimane il sodalizio cinematografico e personale con Abel Ferrara, che su di lui ha costruito una serie iconica di bad man, dal boss squilibrato in King of New York, al vampiro di The Addiction – Vampiri a New York, fino al gangster di Fratelli.

Christopher Walken, l'antidivo che oggi compie 74 anniGli anni Novanta segnano la sua piena maturità artistica, consacrata anche da Quentin Tarantino, che gli affida un lungo monologo in Pulp Fiction.

 

Nel 2001 ritorna alle origini con la danza  – parte integrante dei suoi studi giovanili – nel video “Weapon of Choice” di Fatboy Slim, diretto da Spike Jonze: qui ipnotizza con inaspettate doti di ballerino di tip tap, sconvolgendo il suo pubblico in ruolo totalmente inedito.

Christopher Walken, l'antidivo di Hollywood compie 74 anni

L’approccio a personaggi borderline rimane una costante, come nei più recenti Dark Horse (2011) di Todd Solondz, 7 psicopatici (2012) di Martin McDonagh e Uomini di parola (2013) di Fischer Stevens con Al Pacino e Alan Arkin.

Criminale e perverso sullo schermo, nella vita abbandona il suo inquietante ghigno, mostrandosi all’opposto di quell’immagine che ne ha il pubblico: sposato da 49 anni con la stessa donna, Georgianna, conosciuta nel 1969 sul set di Me and My brother, alla mondanità preferisce la tranquillità e l’idillio della campagna: «Quando non lavoro mi piace starmene a casa tranquillo: vivo in un bel posto, mi godo il panorama».

Insomma nessuna ambizione, nessuno statement hollywoodiano, solo il sogno recondito di un ruolo diverso: interpretare per una volta una persona normale «un padre, con una moglie, dei bambini, magari anche dei cani. Il fatto è che per cose del genere non mi chiama mai nessuno».

Un uomo semplice, che vive il suo essere un attore non da star, ma come un lavoro devozionale e forse un po’ fortuito:

«Passare dall’altra parte della macchina da presa? No, non ci ho mai pensato. La regia richiede un grande impegno, devi saper fare un mucchio di cose e soprattutto devi saper spiegare i ruoli agli attori, quindi i sentimenti, le emozioni. Non è roba per me, io non riesco a spiegare niente neanche a me stesso, figuriamoci un po’ agli altri».

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