4 Dicembre 2017 - 10:21

Colesterolo e attività fisica: non solo una questione di rinunce a tavola

colesterolo

Sedentarietà, eccessivo stress, cattiva alimentazione. Spesso il colesterolo è un fattore ereditario ma nella maggior parte dei casi non è così

Facciamo subito il punto: che cos’è il colesterolo? Si tratta di un composto organico appartenente alla famiglia dei lipidi steroidei che nel nostro organismo svolge diverse funzioni biologiche non solo importanti, ma addirittura essenziali, perché precursore degli ormoni steroidei, della vitamina D e degli acidi biliari. In patologia concorre alla formazione dei calcoli biliari e degli ateromi.

Quando è che sorgono i problemi?

Quando il colesterolo circola nel sangue in concentrazioni superiori alla norma (colesteroalemia) si trasforma in un acerrimo nemico della nostra salute.
Livelli elevati di lipoproteine plasmatiche ricche di colesterolo (in particolare LDL) possono provocare malattie molto gravi come l’aterosclerosi, in quanto esse si accumulano nelle arterie e avviano una reazione infiammatoria che conduce alla formazione di ateromi, il cui nucleo è ricco di colesterolo. Le placche aterosclerotiche possono provocare l’occlusione dei vasi ed eventualmente la morte nel caso in cui siano interessati distretti vitali (es. arterie coronarie e cerebrali).

Quali possono essere le sue principali cause?

 Il colesterolo potrebbe derivare tanto dall’alimentazione quanto dalla sintesi endogena. Per quanto riguarda la prima possibile causa, gli alimenti ad alto contenuto di colesterolo sono per lo più quelli di origine animale, generalmente ricchi di grassi saturi come uova, burro, carni, salumi, formaggi ed alcuni crostacei.

Circa l’80-90%  del colesterolo totale viene prodotto autonomamente dal nostro organismo, soprattutto dal fegato ma anche dal surrene e dalle ghiandole sessuali. Ciò spiega come mai in alcuni soggetti, nonostante un alimentazione equilibrata e un regolare programma di attività fisica, i livelli di colesterolo permangano elevati.
Vi sono tuttavia casi in cui la produzione endogena è fisiologicamente elevata; come in questi casi, si parla di ipercolesterolemia familiare.

Come comportarsi in seguito alla diagnosi del medico?

È importante intervenire con vere modifiche del proprio stile di vita: particolare attenzione andrà posta all’astensione dal fumo, alla perdita di peso (ove necessario) e ad eventuali modifiche dell’apporto alimentare. Ovviamente, seguire le indicazioni del proprio medico curante, in particolare nel caso di prescrizione di farmaci.

Sicuramente è consigliabile la pratica di attività fisica moderata (quantificabile in un totale di 5 giorni alla settimana di attività fisica ad intensità moderata per 30-40 minuti al giorno, oppure in almeno 3 giorni alla settimana di attività fisica ad intensità elevata per 20-30 minuti al giorno). È, infatti, risaputo che praticare sport comporta una riduzione del 30-50%  del rischio di subire malattie coronariche, rispetto alla popolazione sedentaria e a parità di altri fattori di rischio. In particolare, pare che l’attività aerobica regolare favorisca all’aumento dei livelli di colesterolo HDL dal 3 al 9% in persone adulte, sane e precedentemente sedentarie. Qualche idea? Se siete fortunati a vivere in una città col verde, andate in bicicletta; oppure, “accontentatevi” di usare la bicicletta da camera od il tappeto rotante senza troppa fatica; praticare nuoto, jogging, tennis, ginnastica aerobica o danza ( dalla Zumba alle danze popolari).

Insomma, sembra proprio che i maggiori benefici dell’attività fisica sui livelli di colesterolo HDL siano correlati alla perdita di peso che essa promuove.

Tuttavia, ricordare sempre che un consulto medico preventivo è comunque sempre utile e diviene essenziale in presenza di alcune condizioni: malattie cardiovascolari (angina, infarto, ictus, claudicatio intermittens), ridotta tolleranza agli sforzi fisici (fiato corto, dolore o senso di pressione al petto che sopraggiunge durante l’esercizio fisico), grave osteoporosi, terapie farmacologiche in corso, frequenti episodi di vertigini o svenimenti, e stati patologici in genere.

 

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