10 Marzo 2022 - 12:28

Come è nato il “darsi all’ippica”?

Cose del tipo “facciamo un quarantotto”, “dormire tra due guanciali”, ma soprattutto “darsi all'ippica”. Da dove deriva questa curiosa espressione e che cosa significa esattamente?

ippica

La lingua italiana, oltre a quella intesa nel senso più ampio possibile, è decisamente ricca di sfumature, accenti, modi di dire, espressioni verbali e tanto altro ancora che raccoglie a piene mani dalla storia e dalla tradizione di un Paese decisamente eterogeneo e “particolare” come quello dello Stivale.

Poi, come capita di solito, tali espressioni finiscono per non venir più utilizzate così spesso come un tempo, ma mantengono ancora un certo fascino “antico”.

Cose del tipo “facciamo un quarantotto”, “dormire tra due guanciali”, ma soprattutto “darsi all’ippica. Da dove deriva questa curiosa espressione e che cosa significa esattamente? Lo scopriremo insieme nelle righe che seguiranno, perciò, buona lettura a tutti voi!

Con l’oramai desueta espressione “darsi all’ippica”, è molto probabile che il suo ultimo utilizzo corrente risalga o ad un bar di paese oppure ad un numero leggermente datato di Topolino, si intende comunicare al proprio interlocutore che, qualunque cosa stia facendo, pare che non vada proprio bene e quindi dovrebbe cambiare settore.

Naturalmente il percorso di questa espressione è passato da “rimprovero” a sentenza scherzosa per poi finire nel dimenticatoio linguistico dell’italiano corrente.

Ma da dove ha origine questo “elegante” modo di dire? Pare che per questa volta non occorra scavare fino agli anni del Medioevo o giù di lì, ma basterà dare un’occhiata agli eventi storici italiani del primo Novecento con l’avvento del Fascismo.

Sembra che tale espressione, che per fortuna ha perso ogni significato politico e sprezzante, venne pronunciata dal gerarca e generale Achille Starace (nato a Sannicola il 18 agosto 1889 e morto a Milano il 29 aprile 1945) durante un importante congresso di medicina dove, oltre al personale sanitario, avrebbero dovuto partecipare anche le personalità più importanti del regime fascista.

Era il 1931 ed Achille Starace era stato incaricato di rappresentare i fascisti, ma pare che arrivò con un ritardo di circa un’ora rispetto all’orario concordato. Naturalmente, per quanto alta fosse la sua carica, tale atteggiamento fece protestare molte delle persone che si trovavano all’interno della sala e volevano delle spiegazioni a riguardo.

Starace era un appassionato di cavalli e per lui era assolutamente impensabile rinunciare alla sua cavalcata giornaliera perciò redarguì i presenti con tali parole fate ginnastica e non medicina. Abbandonate i libri e datevi all’ippica!.

In questa maniera il gerarca voleva rimproverare i presenti facendo loro notare come sarebbe stato meglio dedicarsi ad uno stile di vita più fascista, quindi dedito alla cura della forma fisica e della preparazione militare e politica, invece che ad uno più intellettuale e pigro.

La “sparata”, se vogliamo definirla così, fu così efficace che, oltre a zittire i presenti, finì per essere usata nella lingua italiana fino a tempi relativamente recenti.

Lo stesso non si può dire per Achille Starace che venne fucilato dai partigiani nel 1945 dopo che l’avevano riconosciuto mentre l’uomo, tranquillamente, era uscito per dedicarsi ai suoi esercizi ginnici quotidiani.

Come avrete dunque capito, quella volta il suo “eloquio” non gli fu d’aiuto per scampare ad una sorte ben peggiore di un semplice ritardo ad una conferenza.