Ddl Zan calendarizzato in Senato: sbloccata la legge
Ddl Zan calendarizzato, Alessandro Zan: “Finalmente ora può iniziare la discussione anche in questo ramo del Parlamento, per l’approvazione definitiva”
Questa mattina la Commissione di Giustizia del Senato ha calendarizzato il Ddl Zan, ma ancora non è stata fissata una data. La commissione ha votato tutta una serie di provvedimenti da calendarizzare per i quali verrà stabilito il calendario dei lavori. A comunicare tale notizia è stato il deputato Alessandro Zan, esponente della comunità LGBT italiana tramite un post su Twitter:
“La legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo è stata calendarizzata in Commissione Giustizia al Senato. Finalmente ora può iniziare la discussione anche in questo ramo del Parlamento, per l’approvazione definitiva”.
“È stata lunga, ma questo risultato lo abbiamo ottenuto, le manovre ostruzionistiche non sono bastate. Ora andiamo avanti!”, ha scritto su Twitter la vicepresidente del Senato e responsabile diritti del Pd Anna Rossomando. “Finalmente il Ddl Zan è stato calendarizzato in Commissione giustizia, grazie all’apporto decisivo di Italia Viva. Un passaggio fondamentale per approdare ad una legge che il Paese aspetta”, rende noto il gruppo Italia viva in Senato.
“Sono soddisfatto che il mio voto, quello di Italia Viva, sia stato quello decisivo affinché si calendarizzasse il Ddl Zan. Una legge contro l’omotransfobia serve al Paese. Ora dialoghiamo affinché sia approvata al più presto”, afferma Giuseppe Luigi Cucca, vicepresidente di Italia viva in Senato.
Perché si chiama così?
Si chiama Ddl Zan perché il suo relatore è il deputato Alessandro Zan, esponente della comunità LGBT italiana. Con l’approvazione in Senato, ci sarebbe quindi l’istituzione in Italia di alcuni nuovi reati, l’istituzione di una giornata nazionale contro le discriminazioni (il 17 maggio) e lo stanziamento di quattro milioni di euro all’anno per iniziative di contrasto al fenomeno.
Le pene previste per chi violerà questa legge sono severe: dalla reclusione fino a un anno e 6 mesi (o una multa fino a 6.000 euro) per chi istiga o commette atti di discriminazione contro le categorie citate, fino ai 4 anni di reclusione per chi partecipa o favorisce le organizzazioni, le associazioni, i movimenti, i gruppi che hanno lo scopo, o uno degli scopi, nell’incitamento alla discriminazione o alla violenza sulle suddette categorie.
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