13 Luglio 2021 - 11:42

DDL Zan, ecco l’approdo in Senato: cosa può accadere

ddl zan

Il DDL Zan si appresta ad approdare in Senato per la prima volta per la sua approvazione. I numeri sono risicati e si temono franchi tiratori

È una giornata importante per il DDL Zan, il cui futuro è praticamente appeso a quanto accadrà oggi al Senato. Verso le ore 16.30 dovrebbe iniziare la discussione generale sul disegno di legge contro l’omotransfobia, ma il tutto rischia di tornare in Commissione se alla fine Italia Viva e le Autonomie decideranno di votare con il centrodestra per apportare alcune modifiche al testo attuale.

Il presidente Andrea Ostellari ha fatto notare che chiaramente la Commissione non è in grado di terminare i lavori in giornata, ma si è detto comunque ottimista: “L’idea di lasciare terminare il nostro lavoro, stabilendo tempi brevi e certi non è fuori regolamento, né straordinaria.”
L’intento è quello di ottenere maggiore tempo in Commissione per arrivare a un testo condiviso. Per farlo, il PD e il Movimento 5 Stelle devono sperare di trovare un accordo. Ma gli umori di Letta e compagni non sembrano essere quelli giusti.

Dunque il pericolo, serissimo, è che il DDL Zan possa rischiare di saltare. Proprio in virtù di questo accordo mancato, infatti, ci sarebbero già alcuni “franchi tiratori” pronti ad osteggiare il procedimento. Ma vediamo con ordine.

Si rischia

Allora cosa potrà accadere oggi a Palazzo Madama? Gli scenari sono diversi. Le incertezze riguardano soprattutto i numeri, che in partenza sono davvero risicati. L’opzione più probabile è che possa slittare a Settembre, dopo la pausa estiva dei lavori. Infatti, al momento ci sarebbero altre priorità, come voto per i componenti del CDA Rai ai decreti da convertire passando per la legge sul processo civile.

Già nelle prossime ore si potrà vedere come andrà dal punto di vista del pallottoliere. Le sorti potrebbero dipendere da Italia Viva e dalle Autonomie. La somma dei due gruppi fa 25 e, qualora decidessero di accodarsi al centrodestra per le modifiche, non ci sarebbe affatto storia. Caso inverso, ovviamente, accadrebbe per il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle. L’ago della bilancia, dunque, è ancora tutto impuntato verso lui, Matteo Renzi, che detiene ancora una volta in mano gli equilibri politici.

Ci sarebbe, però, l’ombra di alcuni franchi tiratori sia nel PD che nel Movimento 5 Stelle, anche se finora non vi è nulla di ufficiale. La situazione è in bilico. I voti favorevoli potrebbero essere appena 143 di fronte a 176 contrari. Invece se i renziani e le Autonomie dovessero schierarsi con dem e grillini, la maggioranza sarebbe 168 contro 151. Ma, come già detto, con il voto segreto ci sarebbe da fare i conti con i possibili franchi tiratori nel centrosinistra. Nel Gruppo Misto in 30 dovrebbero sposare la linea del “sì” mentre i restanti 16 quella del “no”. Compatte le posizioni dei 64 della Lega e dei 20 di Fratelli d’Italia, entrambi contrari.

Le ipotesi difficili

Sono proprio i numeri a rendere il terreno scivoloso. “Da domani sarà il Vietnam, la Lega farà ostruzionismo, ci saranno molti voti segreti. Il M5S sta vivendo la fase che sappiamo, ci sono dubbi nel PD. Chi può garantire che ci sarà la compattezza che serve?” è la chiarissima posizione di Ivan Scalfarotto.

Il parlamentare di Italia Viva dunque ha già messo in guardia i compagni di maggioranza sui possibili rischi che il ddl Zan potrebbe correre in Senato con questa situazione. Eppure Partito Democratico e Movimento 5 Stelle continuano a ritenere che il disegno di legge riuscirebbe a passare se Italia Viva votasse in maniera compatta per l’ok, ma Scalfarotto non è d’accordo: “Non è così. La destra chiederà il voto segreto ogni volta che potrà: pensiamo alla situazione del M5S, ai dubbi che ci sono anche nel PD. Chi è in grado di garantire compattezza in questo momento?

Una battaglia, quella sul DDL Zan, destinata a non finire mai.