Doctor Who 10×10/11 The Eaters Of Light/World Enough And Time – La Recensione
Ultimo appuntamento di Doctor Who prima dell’attesissimo finale: recensione dell’episodio più “classico” della stagione, nonché uno dei migliori di quest’annata, assieme alla prima parte dell’esplosivo finale
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Il decimo episodio dell’ultima stagione di Moffat è stato sicuramente uno dei più attesi per via dello scrittore che ha dato vita a questa avventura, Rona Munro, l’ultimo sceneggiatore della serie classica di Doctor Who, tornato nuovamente a bordo del TARDIS come primo e unico scrittore proveniente dell’era precedente dello show.
L’attesa avrà ripagato? Sicuramente si. Quello che, sulla carta, risulta l’ultimo episodio prima dell’inizio dell’ora finale, ha tutti i requisiti per essere definito uno degli episodi più “autentici” della serie. Ma quello scritto da Munro è solo l’antipasto di un finale che, con “World Enough And Time” si conferma, senza alcun dubbio, degno delle grosse aspettative createsi attorno all’ultimo capitolo dello showrunner più folle della Gran Bretagna.
Trama
The Eaters of Light – Tanto tempo fa, la nona legione dell’esercito Romano scomparve nelle nebbie scozzesi. Bill ha una teoria su cosa può essere accaduto e il Dottore ha una macchina del tempo. Ma quando arrivano nell’antica Aberdeenshire, ciò che trovano è un minaccia ben più terribile di qualsiasi esercito. In un tumulo, su un pendio, c’è un portale che conduce alla fine del mondo…
World Enough And Time – L’amicizia porta il Dottore alla decisione più avventata della sua vita. Intrappolato in una navicella spaziale gigante, bloccato all’orizzonte degli eventi di un buco nero, assiste alla morte di qualcuno che aveva fatto giuramento di proteggere. Esiste un modo di riscattarsi dal suo errore? Gli eventi sono già sfuggiti di mano? Per una volta, il tempo è il nemico del Signore del Tempo.
Luce e oscurità
“The Eaters Of Light” inizia in una Scozia in piena invasione romana, una location suggestiva e rarissima nella serie moderna, all’interno delle quale si preferisce da sempre ambientazioni futuristiche. Già solo per questo aspetto, l’episodio sembra ricreare l’atmosfera da serie classica che tanto ha emozionato i fan di lunga data.
L’intera puntata ruota, infatti, attorno ai concetti di luce e oscurità, facendolo in maniera ambivalente: l’oscurità del mondo causata dai “mangiatori di luce” (creature estremamente affascinanti e sicuramente tra le più riuscite della stagione numero dieci) da una parte, e quella del dottore e la sua nemesi/amica Missy, sulla sempre più sofferta ed emozionante via della redenzione.
La classicità dell’episodio
In questo decimo episodio, un’altra particolarità che ha caratterizzato la sua classica struttura, sta proprio nel fatto che i companion si siano fortuitamente separati dal Dottore all’inizio dell’avventura. Era questa una peculiarità standard nella serie classica, in cui la problematica standard di ogni singolo episodio era proprio l’ esigenza del nostro Timelord di riunirsi ai compagni di viaggio.
Classico è, però, anche il focus su diversi gruppi di persone, fautori di molti dialoghi disseminati all’intero della vicenda con un’impostazione lenta, che però ci permette allo stesso tempo di scoprire un gruppo di personaggi “stand alone” che lasciano il segno, soprattutto nel finale.
Il sacrificio
A discapito della soggettiva piattezza della prima parte, The Eater Of Light conclude le sue vicende con la presentazione di un elemento che nella serie rappresenta un’importante costante, che mai smette di sorprenderci: il sacrificio.
Il Dottore sembra disposto, ancora una volta, a sacrificare la sua intera esistenza per la razza che più ama nell’universo, quella degli esseri umani. L’emozione suscitata dalle sequenze finali (il sacrificio di parte della colonia romana e del popolo dei Pitti, nonché la sequenza con Missy) rendono questo capitolo della serie uno dei più autentici e interessanti, anche per coloro che non hanno mai visto un’episodio della serie prima d’ora.
Il Dottore e il Maestro: la relazione più complicata di sempre
Lo scioccante primo atto del finale di stagione di Doctor Who, si apre con la descrizione della relazione più complicata dell’universo, quella tra il Dottore e il Maestro.
Ciò a cui assistiamo, è l’ennesima prova di fiducia che il buon Dottore conferisce al suo migliore amico. Come potrebbe non farlo, proprio ora che Missy sembra seriamente cambiata? Per questa ragione, il nostro protagonista sembra andare contro tutto e tutti, chiedendo ai suoi fidi compagni di aiutarlo in questa missione pericolosa e alquanto complessa.
Emblematica è la premonizione di Bill Potts, ormai reduce di diversi viaggi e avventure sempre più pericolose: la ragazza fa promettere al suo professore di proteggerla e, di conseguenza, di fare di tutto pur di non farla morire. Il tempo, però, diviene in questo frangente il più acerrimo nemico del dottore, permettendo l’inizio dell’ultima battaglia della dodicesima reincarnazione, la più cupa e sofferta di sempre.
La Genesi dei Cybermen
Quello andato in onda sabato, è stato sicuramente uno degli episodi più oscuri e creepy della storia dello show, e ciò è merito dei Mondasian Cybermen, i quali hanno fatto ritorno (a causa delle pressanti richieste dello stesso Capaldi) dopo ben cinquant’anni d’assenza sullo schermo.
Quella a cui assistiamo in questa puntata, è proprio la genesi di questa razza nemica del Dottore: una colonia umana risiedente su una navicella spaziale, ha infatti trovato il modo per sopravvivere e rigenerarsi in una macchina metà uomo/metà robot, dopo una serie di sofferenze atroci, ma allo stesso tempo silenziose.
Bill Potts, reduce da un colpo di pistola dalle dimensioni catastrofiche, viene condotta presso l’estremità opposta della navicella: qui il tempo scorre in maniera completamente diversa rispetto alla zona in cui soggiornano il Dottore e gli altri, in cui qualche secondo vale anni e anni per la povera Bill. La caducità del tempo e il suo essere protagonista (negativamente parlando) della vicenda, rende l’ora finale del dodicesimo Doctor Who una delle più interessanti degli ultimi anni.
Il giorno del Maestro
La morte di Bill ha aperto solo le danze, in questo episodio ricco di colpi di scena: oltre alla tramutazione della companion del Dottore in Mondasian Cybermen, assistiamo a quella che possiamo definire la “prima ora del giorno del Maestro”.
Proprio come nella serie classica, il Maestro è bravissimo a mascherarsi: per tutto l’episodio lo vediamo, infatti, sotto le sembianze di un anziano signore che conquista l’amicizia di Bill, per poi consegnarla nelle grinfie degli operatori chirurgici. La scena della rivelazione risulta emozionante e scioccante al medesimo tempo, con due versioni del Maestro che, per la prima volta, si ritrovano faccia a faccia.
Perché il Maestro ha aspettato dieci anni assieme a Bill prima di agire? Cosa ci fa nella navicella spaziale assieme agli altri? Riuscirà a far tornare Missy dalla sua parte? Certo, se non avessimo saputo della sua presenza già da prima, lo smascheramento del Maestro sarebbe risultato sicuramente il più scioccante dell’intera serie.
Considerazioni finali
Dopo la meravigliosa location e l’emozionante finale di “The Eaters Of Light”, “World Enough And Time” risulta come uno degli episodi più horror, scioccanti e geniali dell’era 2005 di Doctor Who.
L’hype per l’ultimo appuntamento aumenta vertiginosamente giorno dopo giorno. Il Dottore perderà ogni singola cosa? Vedremo la fine della storyline di Missy?
La rigenerazione sembra ormai imminente, e pare essere davvero innovativa sotto tutti i punti di vista. “Senza speranza. Senza testimone. Senza ricompensa.”
VOTI: 10X10 (9.5), 10X11 (10)
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